Filippine in moto, la spiaggia dell'isola Mindoro
Filippine in moto, la spiaggia dell'isola Mindoro

Vagabondo nelle Filippine

Una destinazione insolita e un modo di viaggiare inusuale sono i tratti caratteristici di Maurizio “Momi” Zanni. Motociclista dissacrante e autoironico, ha una predilezione per destinazioni poco battute dal turismo mainstream, alle quali si approccia con genuino interesse. In questo articolo Momi si presenta e ci racconta la sua esperienza nelle Filippine.

di Maurizio “Momi” Zanni


Mi chiamo Maurizio e, dal 1979 al 2005, ho sempre e solo guidato una Vespa PX 125. Dopo aver trascorso una settimana in Alaska a cavallo di una Yamaha XT 250, convinto dalle mie scarse conoscenze tecniche e dalle mie ancora peggiori capacità di guida, acquistai una Suzuki DR 350 di terza mano. Con questa moto, a digiuno di esperienze specifiche in tema di lunghi viaggi, nel 2008 arrivai in solitaria fino a Samarcanda, in Uzbekistan.

In seguito, viste le distanze “intercontinentali” tra me e le destinazioni prescelte, mi sono sempre orientato sul noleggio in loco: troppo oneroso spedire la moto per un lasso di tempo comunque limitato. Ho scelto di visitare le Filippine perché, fondamentalmente, non c’ero mai stato. A questo Paese mi lega un ricordo adolescenziale del 1975, ai tempi delle scuole medie, quando il mio idolo Muhammad Ali difese, proprio a Manila, il titolo mondiale dei pesi massimi contro Joe Frazier.

Ho scelto di visitare le Filippine perché, fondamentalmente, non c’ero mai stato

Il percorso, in parte pianificato e per il resto lasciato al caso, si è sviluppato prevalentemente tra le isole di Luzon, dove si trova la capitale Manila, Mindoro e Visayas Orientale. Viaggiando in bassa stagione – tra aprile e maggio – non ho mai avuto problemi di disponibilità per i pernottamenti, situazione che si verifica ancora più raramente quando si tratta di sborsare tra i cinque e gli otto dollari per dormire.

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Pur arrivando con il volo a Manila, ho preferito noleggiare la moto ad Angeles City, 80 km a nord della capitale, poiché i rental services abbondano, anche in convenienza visto il costo di 12 euro al giorno. Angeles City è una località famosa per la presenza di una grande base della U.S. Air Force (almeno fino all’eruzione del vulcano Pinatubo nel 1991), per i suoi go-go bar e relativa vita notturna.

La prima destinazione è Vigan, sito dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità. Vi sono sì edifici coloniali spagnoli risalenti al XVI secolo, ma quello che stona è la lunga sequela di negozi che offrono souvenir. Decido di raggiungere Santa Ana, punta estrema settentrionale di Luzon, dove organizzo un’escursione in barca, con pernottamento, sull’isola di Palaui.

Pur arrivando a Manila, ho preferito noleggiare la moto ad Angeles City, poiché i rental services abbondano, anche in convenienza

Dal punto di vista scenografico e stradale merita la discesa verso il sud di Luzon, attraversando la zona della Cordillera e delle famose risaie a terrazza. Suggerisco una sosta a Mayoyao, piuttosto che nelle più battute Banaue e Batad: qui si può ammirare lo spettacolo delle risaie in tutta tranquillità e l’ostello della gioventù è collocato in una posizione davvero spettacolare.

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Continuando verso sud faccio tappa a Baler, divenuta famosa per essere stata location di alcune scene di Apocalypse Now, in particolare quella in cui il colonnello Kilgore (Robert Duvall) ordina l’attacco con gli elicotteri per consentire a uno dei suoi soldati di poter surfare in tranquillità.

Di molto scenografico, in zona, c’è anche la strada costiera che da Baler risale verso nord: l’ho percorsa per alcuni chilometri, prima di riprendere la rotta verso Legazpi e il vulcano Mayon. A Donsol mi imbarco in un tentativo di avvistamento degli squali balena ma, con la stagione al termine, non riesco nell’intento; la gita in barca mi permette comunque di godere di una strepitosa sessione di snorkeling.

Risalita verso nord

Giunto a questo punto riconsidero il mio itinerario, risalgo verso nord-ovest e programmo una visita all’isola Mindoro. Grazie alla relativa vicinanza con l’isola Luzon, il traghetto salpa dalle tre alle quattro volte al giorno, mentre per altre isole, ad esempio Palawan, occorre oltre un giorno di viaggio e la frequenza non supera le 2/3 partenze a settimana.

L’isola Mindoro si rivela un piacevole periplo di circa cinquecento chilometri. Punto base è la città di Sablayan, da dove è possibile raggiungere Apo Reef che, con i suoi 34 chilometri di lunghezza, è il secondo sistema corallino continuo al mondo. Un paradiso per le immersioni, ma solamente per chi ha confidenza con bombole e respiratore; limitandomi allo snorkeling con pinne e maschera, trascorro la giornata sulla piccola isola Pandan, a meno di mezz’ora dalla costa.

Apo Reef, con i suoi 34 chilometri di lunghezza, è il secondo sistema corallino continuo al mondo

Avendo volutamente escluso dal percorso Mindanao e la parte sud-occidentale dell’isola per la presenza di gruppi armati separatisti collegati al fondamentalismo islamico, sbarco di nuovo a Luzon e raggiungo Manila. Come altre grandi capitali del sud-est asiatico, Manila presenta uno stridente contrasto di grattacieli e centri commerciali con aree ad alto tasso di depressione e povertà, vere e proprie baraccopoli. Visito per un’intera giornata quella di Tondo, dove la gente vive della raccolta e vendita di rifiuti: le ragnatele dei cavi dell’elettricità sovrastano questo quartiere-discarica, dove le case sono circondate da cumuli di spazzatura.

La parte storica di Manila ha come principale attrazione la chiesa di Sant’Agostino, nel quartiere di Intramuros. Al di fuori della zona storica, dove termina la cintura di hotel pluristellati e locali per i più abbienti, ricomincia la Manila più autentica, quella di chi combatte ogni giorno per tirare avanti. Qui vengo invitato a una festa di compleanno di alcuni bambini del quartiere, con tanto di torta, candeline e una specie di gioco della pentolaccia. Infine, chiudendo una sorta di cerchio con la mia adolescenza, visito l’Araneta Coliseum, il palazzo dove Ali e Frazier si affrontarono nel 1975.

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Una meta da valutare

Non rientrano nel novero delle destinazioni più gettonate dagli italiani, ma le Filippine meriterebbero un po’ di attenzione in più. Il viaggio non presenta particolari problemi e l’inglese è parlato in buona parte del Paese, anche se un piccolo frasario di tagalog (la lingua locale) può tornare utile in alcune zone come, ad esempio, i piccoli centri sulla costa di Mindoro. In ogni città, anche piccola, troverete un posto dove poter pernottare, senza bisogno di prenotare nulla.

Pur viaggiando fuori stagione il tempo è stato perfetto, a parte qualche sporadico temporale. Il cibo lo si trova presso le numerose bancarelle lungo la strada e i mercati offrono piatti semplici preparati al momento. Spesso sono stato invitato a tavola dai locali, come in una spiaggia dalle parti di Santa Ana dove ero l’unico straniero presente.

Inserendo nel percorso la zona montuosa della Cordillera mi sono ampiamente tolto la voglia di tornanti e strade guidate. Se invece amate le litoranee avrete solo l’imbarazzo della scelta. In caso di problemi al mezzo in ogni villaggio si trovano meccanico e gommista, chiaramente se guidate una moto comunemente venduta e conosciuta nel Paese. La mia Honda si è rivelata perfetta e non ha mai dato problemi, a parte la sella poco confortevole sulla quale ho aggiunto, come in Vietnam e Indonesia, un cuscino.

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Una piccola curiosità: la trasmissione più seguita nel Paese è la telenovela “Dolce amore”, che racconta del tormentato rapporto tra una ragazza locale, adottata da una facoltosa famiglia italiana, e un ragazzo orfano. Ambientata nelle Filippine con alcune scene girate in Italia, cattura letteralmente l’attenzione del pubblico. Quando sapevano della mia provenienza venivo ogni volta invitato a tradurne il titolo in inglese. Una sera, a Donsol, mi sono ritrovato nell’Italia del boom economico: le case avevano le finestre aperte e i televisori erano tutti rivolti verso l’esterno. In strada, come da noi all’epoca, gruppi di persone assistevano alla trasmissione. Preso dalla situazione, seppure a totale digiuno di tagalog, ho seguito, rapito e in silenzio, tutta la puntata.

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Informazioni

Durata del viaggio: 25 giorni (16 maggio – 9 giugno 2016).
Km percorsi: circa 4.000.
Moto: Honda XR150L noleggiata presso Nice Bike. Consigliata copia del passaporto, poiché l’originale viene trattenuto dal noleggiatore.
Strade: non è consentito l’ingresso in autostrada alle moto con meno di 400 cc.
Patente internazionale: richiesta.
Visto: per permanenze fino a trenta giorni viene rilasciato gratuitamente in aeroporto.
Assicurazione sanitaria: consigliata.
Quando andare: da marzo a maggio, da dicembre a febbraio.
Guida: Filippine della Lonely Planet.
Volo: Turkish Airlines.
Costo totale: 1.435 euro.