Regione con molto verde e tante località d’interesse storico, il Veneto in moto è un’esperienza imperdibile per tutti coloro che amano il turismo motociclistico.
di Riccardo Fiabane
Estendendosi dal mare alle Alpi, il Veneto offre numerosi passi che permettono di godere delle sue bellezze paesaggistiche mentre si soddisfa il bisogno di adrenalina. Ne abbiamo selezionati cinque tra i più belli da percorrere in moto.
Passo Giau
Il passo Giau in moto rappresenta un itinerario molto suggestivo: si tratta infatti di uno dei passi dolomitici più belli di queste montagne che con il loro colore conquistano il cuore di milioni di turisti.
Il passo Giau è il valico alpino situato tra la Val Cordevole e la Valle del Bóite, e si erge al termine di una salita particolarmente ricca di tornanti che sembra disegnata per accendere il divertimento di ogni motociclista.
Il passo può essere raggiunto partendo da Cortina d’Ampezzo, importante stazione sciistica, oppure da Selva di Cadore sul versante opposto, percorrendo la SP638 che collega le due città.
Partendo da Selva di Cadore si possono contare ben ventinove tornanti posti su un tratto di strada poco più lungo di dieci chilometri. Se scegliamo di raggiungere il passo Giau in moto partendo da Cortina d’Ampezzo il percorso è di circa diciotto chilometri, su cui si snodano una trentina di tornanti.
Per un’esperienza unica e indimenticabile vale la pena percorrere entrambi i versanti, affrontando così circa trenta chilometri per saggiare la propria abilità e prolungare la goduria.
Una volta raggiunta la vetta è però d’obbligo mettere la moto sul cavalletto per godere della vista davvero spettacolare che merita di essere immortalata con una foto ricordo. Sul versante ovest, guardando verso Colle Santa Lucia, gli occhi si perdono nel maestoso panorama di cime come la Marmolada, le Cime D’Auta, il Piz Boè e le Pale di San Martino. Sull’altro lato troviamo il Pomagagnon, la conca di Cortina con le Tofane e il Cristallo.
Passo Falzarego
La strada che porta al passo Falzarego inizia da Pocol, poco fuori da Cortina d’Ampezzo: invece di prendere la SP638 per il passo Giau, si prosegue sulla SR48 che porta in Trentino-Alto Adige.
Il tragitto è ricco di tornanti talvolta impegnativi con una pendenza che raggiunge il 10%. L’attenzione alla guida è ampiamente ripagata dallo scenario offerto da questo valico dolomitico in provincia di Belluno, situato a un’altitudine di 2.109 metri sul livello del mare. I paesaggi sono di rara bellezza e la vista in cima spazia a 360° sulle montagne circostanti.
Raggiunto il passo Falzarego in moto, si può proseguire verso il vicino passo di Valparola e continuare fino in Alto Adige; chi è stanco si potrà concedere una sosta preso uno dei bar mentre chi ancora non è sazio di panorami potrà salire ancora più in alto, a piedi o in funivia, verso il rifugio Lagazuoi. Dal rifugio si snoda un sentiero facilmente percorribile che porta alla croce di vetta a quota 2.778, dedicata alle vittime della Prima guerra mondiale.
Passo Fedaia
Il passo Fedaia è un valico alpino sul confine tra Trentino-Alto Adige e Veneto, a cavallo tra le province di Trento e Belluno a un’altitudine di 2.054 metri. Il passo, un grande pianoro che ospita un suggestivo bacino artificiale, è facilmente raggiungibile da Canazei e rappresenta una gradevole deviazione per chi raggiunge il passo Pordoi.
Ci troviamo ai piedi della Marmolada, definita a ragione la Regina delle Dolomiti, lungo un percorso che è stato più volte teatro del Giro d’Italia. Percorrere il tracciato che conduce al passo Fedaia in moto significa viaggiare alternando lunghe serie di curve e rettilinei: famosissimo è quello di Malga Ciapela, con pendenze fino al 18%, teatro di storiche imprese ciclistiche.
Passo Duran
Posto a quota 1.605 tra La Valle Agordina e Zoldo Alto, il passo Duran rappresenta uno dei percorsi più suggestivi nelle Dolomiti Bellunesi, iscritte nel patrimonio naturale dell’umanità dell’UNESCO.
Quando parliamo di questo passo non sono i numeri a impressionare: l’altitudine, tutto sommato, è inferiore a quella di molte altre vette della zona, e anche la lunghezza del tracciato (solo 13 chilometri da Agordo lungo la direttrice che unisce Cadore alla Valle di Primiero) è piuttosto contenuta.
Ciononostante qui si respira un’aria davvero speciale e, qualora decidessimo di raggiungere il passo Duran in moto nel mese di agosto, potremmo anche assistere all’ormai tradizionale Festa degli Alpini che si tiene ogni anno.
Passo San Boldo
Durante un tour in moto sulle Dolomiti non possiamo perdere l’occasione di visitare uno dei passi più brevi e al tempo stesso più intensi di tutta la zona. Stiamo parlando del passo San Boldo, che mette in comunicazione la valle Trevigiana e la Valbelluna, racchiudendo nella sua salita di circa otto chilometri ben diciotto tornanti, gli ultimi dei quali in galleria.
La strada parte da Cison di Valmarino e si arrampica, sfidando l’abilità del motociclista, verso il valico che mette in comunicazione la valle Trevigiana con la Valbelluna.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’altitudine del valico è modesta, appena 706 metri. Ci si potrebbe chiedere cosa rende il passo San Boldo un valico da record così emozionante: che la si affronti in salita o in discesa la Strada dei Cento Giorni è senza dubbio una meta affascinante per i motociclisti.
La strada deve il suo nome al fatto di essere stata completata, nel suo tratto più difficile, tra marzo e giugno del 1918. I lavori furono condotti dall’esercito austriaco con l’obiettivo di mantenere una pendenza costante del 10% e una sezione adeguata al passaggio dell’artiglieria.
Il tratto più scenografico racchiude in meno di un chilometro una sequenza di sei tornanti in galleria, con dislivello tra ingresso e uscita di circa cinque metri. Percorrendo la stretta strada si ha la sensazione di procedere lungo una muraglia incastonata nella roccia. Giunti in cima al passo si potrà festeggiare alla Muda di San Boldo, l’osteria più antica del Veneto aperta nel 1470.