In prova: localizzatore GPS Patrolline Max 4G

Un efficace dispositivo di sicurezza da installare sulla moto che provvede a geolocalizzarla in tempo reale e consente di ricevere informazioni e impartire comandi tramite SMS. Piccolo nelle dimensioni, ma in grado di offrire massima serenità.

di Dario Tortora


Cosa c’è di più insopportabile del furto di una moto? Se ci pensate bene, la cosa veramente fastidiosa è già l’idea che possa succedere. Prima di considerarmi privo di senno seguitemi nel ragionamento: il furto in sé è un evento poco probabile, ma convivere con il pensiero che qualcuno possa sgraffignarci la motocicletta è qualcosa che toglie il sonno tutte le notti.

Non sono l’unico a pensarla così, a giudicare dal fatto che le domande più ricorrenti fra chi viaggia, magari in giro per capitali europee, sono proprio relative alla sicurezza e alla possibilità di pernottare in strutture con parcheggi coperti.

Devono aver fatto le stesse riflessioni apparentemente paradossali anche in Patrolline, l’azienda di antifurti satellitari di Albavilla nel comasco, visto che stanno ricalibrando in questa direzione tutto il catalogo e la comunicazione dei loro prodotti.

Con il nuovo slogan “GodiMoto” si vuole mettere l’accento non tanto sul ruolo di allerta dei loro dispositivi nel caso in cui avvenga il misfatto – compito che ovviamente non viene a mancare – quanto sulla serenità di sapere che le nostre due ruote sono al sicuro a prescindere.

Cosa c’è di più insopportabile del furto di una moto?

Uno dei primi prodotti di questa nuova gamma è il Max 4G, un localizzatore GPS autogestito il cui compito consiste nell’inviare costantemente tramite la rete dati cellulare la posizione del veicolo su cui è installato e notificare eventuali avvenimenti imprevisti per mezzo di SMS (si possono impostare fino a tre numeri).

Non si tratta quindi di un allarme sonoro, che ha un’altra funzione, ma può lavorare in combinazione con esso per una protezione della moto veramente a tutto tondo.

Com’è fatto il Patrolline Max 4G

L’oggetto in sé è veramente piccolo (92x40x20 mm per 55 grammi), così da poter essere installato ben nascosto in qualche anfratto della moto. Se si è montato anche un allarme sonoro, magari della stessa Casa, vale la pena non metterli vicini: in caso di tentato furto il malintenzionato cercherà con cupidigia l’oggetto che sta emettendo il segnale acustico e, una volta debellato, tenderà probabilmente a ignorare l’eventuale presenza di altri dispositivi e così il localizzatore potrà continuare a lavorare in modo indisturbato.

Il Patrolline Max 4G è certificato IP66, quindi potete tranquillamente portare la moto a lavare perché è protetto contro forti getti d’acqua da qualsiasi direzione, oltre a essere ermetico a polveri e fumi; il funzionamento è garantito nell’intervallo di temperature da -20° a 70°, ovvero resiste più di qualsiasi pilota a condizioni ambientali estreme.

Ricordiamo che l’azienda fornisce i cablaggi per interfacciare direttamente i suoi prodotti all’impianto delle varie moto in commercio e che il montaggio può essere fatto presso qualsiasi rivenditore autorizzato Patrolline, oppure in sede al costo di 75 euro. Eventuali aggiornamenti firmware avvengono in automatico da remoto.

Il dispositivo viene alimentato dalla batteria della moto con un consumo veramente irrisorio, 4 mA in condizione di veglia e 90 mA in caso di allarme; tuttavia, qualora la batteria dovesse scendere sotto gli 11 Volt, provvede a inviare un SMS di avvertimento al proprietario (ma non si disattiva).

Come ulteriore forma di sicurezza, se qualcuno dovesse tagliare i cavi di collegamento, è dotato anche di una sua batteria interna da 450 mAh che alimenta il dispositivo fino a quattro ore e inoltre i numeri di telefono memorizzati riceveranno immediatamente un SMS di allarme.

Il modulo ricevente è il collaudato SiRFstar V di Qualcomm che si collega alle reti di satelliti GPS, Glonass e in futuro anche Galileo; è stato progettato appositamente per impieghi in campo automotive e non ha bisogno di antenne direzionali, per cui non è necessario che abbia il cielo libero: per semplificare, se portano via la moto con un furgone, si riaggancia ai satelliti appena i ladri riaprono le porte.

Il Patrolline Max 4G all’opera

Come visto il localizzatore dialoga con l’utente tramite rete cellulare, il che significa che al suo interno è alloggiata una scheda SIM il cui costo di abbonamento per il primo anno è incluso nel prezzo di acquisto di 199 euro. Passati i primi 12 mesi, la ricarica costa 25 euro l’anno, oppure 50 euro per una SIM funzionante in roaming in Unione europea, Gran Bretagna e Svizzera. Volendo è disponibile anche una versione priva di SIM al prezzo di 174 euro.

Il localizzatore invia la propria posizione ogni cinque secondi a moto accesa e ogni dieci minuti se spenta. Questa informazione viene raccolta dal sito PatrolSat e dell’app GetPosition (disponibile per iOS e Android), dove vedremo in tempo reale la nostra moto geolocalizzata sulla familiare cartografia fornita da Google Maps o Mappe di Apple.

Le funzioni disponibili sono tantissime e meriterebbero un approfondimento a parte; alcune rientrano nel cosiddetto pacchetto Premium, il cui primo mese è gratuito e poi è acquistabile in abbonamento mensile, semestrale o annuale (da non confondere con quello della SIM).

Fra i servizi Premium spiccano due opzioni interessanti: una consente di disegnare un recinto virtuale per identificare dei confini invisibili che, se oltrepassati, fanno partire l’allarme.

Un’altra registra tutti i nostri spostamenti e ce li presenta in un comodo pannello di controllo con i dati rilevanti (data, ora di inizio e fine, luogo di partenza e arrivo, distanza percorsa e addirittura visualizzazione della traccia sulla mappa).

Queste informazioni vengono conservate sei mesi e sono scaricabili sotto forma di file CSV, ma i singoli spostamenti non possono essere esportati come file GPX ed è un peccato perché, con un rilevamento ogni cinque secondi, sono delle tracciature molto precise; speriamo che in Patrolline ci facciano un pensiero perché sarebbe una funzione veramente interessante.

Va ovviamente ricordato che l’oggetto riceve la posizione dai satelliti, ma riesce a sua volta a inviarla tramite la rete 4G solo se c’è campo: in assenza di rete cellulare, o all’estero se non si è fatto l’apposito abbonamento, la posizione non ci viene comunicata. È il motivo per cui i progettisti hanno scelto, localizzazione a parte, di farci dialogare con il dispositivo anche tramite SMS, che funziona sempre e ovunque ci sia una qualsiasi copertura cellulare, anche la vecchia GSM.

Il localizzatore invia la posizione ogni cinque secondi

Superato lo shock iniziale di stare messaggiando con la propria moto invece che con la fidanzata, si possono fare delle operazioni interessanti: ricevere un SMS se il veicolo viene spostato a motore spento, richiedere la posizione (in questo caso arriva in risposta un SMS con un link a Google Maps), oppure comandare da remoto lo spegnimento del motore.

L’operazione avviene utilizzando il sensore del cavalletto (in pratica simula che venga esteso a marcia inserita) e per questioni di sicurezza può avvenire solo se la moto sta viaggiando a meno di 20 km/h; va da sé che bisogna poi ricordarsi di inviare un altro comando SMS per ripristinare il normale funzionamento.

Al proposito è un peccato che i comandi da digitare via SMS siano dei codici poco facilmente memorizzabili per l’utente comune (cose astruse tipo relay,1#), costringendoci ad appuntarli da qualche parte; noi abbiamo creato una scheda apposita nella rubrica del telefono, così da avere registrato anche il numero di telefono.

Infine, se abbinato a un allarme, il Patrolline Max 4G ci contatta in caso di attivazione di quest’ultimo inviandoci un SMS di allerta.

Patrolline Max 4G, non solo un antifurto

Come visto si tratta di un oggettino che, tramite funzioni di localizzazione satellitare e comunicazione cellulare, può svolgere diverse funzioni, oltre a quelle strettamente di sicurezza. Patrolline ha già diverse idee: notifiche di fatica alla guida, frenata violenta, ribaltamento e incidente, fino all’eventuale possibilità di usarne la SIM come hotspot, che non sarebbe male per quando si è all’estero.

Limitandosi all’utilizzo base, però, come tutte le tecnologie che funzionano bene il Patrolline Max 4G tende a sparire e ci si dimentica di averlo. Ogni tanto viene da sbirciare sull’app per provare la soddisfazione di vedere che la moto è esattamente dove l’abbiamo lasciata, ma niente di più. Buon segno, vuol dire che possiamo dormire sonni tranquilli.

Patrolline Max 4G
Funzionalità
9
Intuitività
7
Integrazione
8
Pro
Ricchezza di funzioni
Praticità d'uso
Ben ingegnerizzato
Contro
Comandi via SMS poco intuitivi
Design del software migliorabile
Doppio abbonamento da pagare extra
8
Totale