Appunti – CV E NM VS USB-C

di Dario Tortora


La scorsa estate ho bighellonato per i Balcani in sella a una Moto Morini X-Cape (l’articolo sarà sul prossimo numero), una moto che è balzata rapidamente in cima alle classifiche di vendita ma che, come prevedibile, ha subito diviso il pubblico di commentatori.

I detrattori tirano in ballo argomenti in parte inoppugnabili e in parte un po’ triti: non è abbastanza potente, è il solito bicilindrico in linea poco emozionale, è una cinesata. Come se fosse un problema: è fatto in Cina pure l’incredibile concentrato di tecnologia informatica che sto tenendo in mano per scrivere questo testo.

Dal canto loro anche gli estimatori hanno buone frecce: il design è indubbiamente azzeccato, il prezzo è giusto anzi concorrenziale, la ciclistica è di alto livello, una sessantina di cavalli bastano e avanzano per gironzolare ma anche per viaggiare seriamente, e poi ci sono diversi accessori che normalmente sono opzionali e qui invece si trovano di serie.

Effettivamente spendendo poco più di 7.000 euro è difficile dare per scontato di portarsi a casa, fra il resto, cerchi a raggi tubeless, sensori di pressione degli pneumatici, doppia presa USB integrata nel cruscotto, schermo TFT a colori di ben 7’’, antenna Bluetooth per dialogare con lo smartphone per comandare la riproduzione musicale ed effettuare telefonate.

Si obietterà che stiamo parlando di funzionalità certamente non sostanziali – per molti pare che la moto debba rimanere qualcosa di misurabile solo in termini di accelerazione-velocità-piega – ma è innegabile che sono sempre più gradite e ricercate da una larga fetta di acquirenti.

Allora, uscendo dall’esempio della Morini, mi chiedo quanto stiano diventando importanti oggi quei parametri non strettamente legati ai contenuti motoristici, ma alle funzioni per il pilota.

Penso anche alla comodità del keyless, alla pacchia rappresentata dal cruise control in autostrada, alle manopole riscaldate, alla moltitudine di funzioni interessanti che ci si può inventare tramite un’app fatta bene (setup della moto, navigazione, registrazione di GPX ecc.); le Triumph Tiger permettono addirittura di interfacciarsi con le GoPro per avviare e interrompere le registrazioni tramite il blocchetto dei comandi!

Sicuramente sono tutte fighetterie inutili agli occhi dei motociclisti duri e puri, quelli che girano con la cartina attaccata al serbatoio con il nastro adesivo. A quanto pare sono invece tutte funzioni annoverabili fra i “pro” per le case costruttrici e per gli acquirenti; e quindi per il mercato, che è sempre il vero e unico giudice ultimo, altro che i commenti dalla piccionaia.

Per molti pare che la moto debba rimanere qualcosa di misurabile solo in termini di accelerazione-velocità-piega

Ecco da dove nasce il dubbio riassunto nell’incomprensibile sigla del titolo: semplificando enormemente, se doveste scegliere una moto oggi dareste maggiore importanza a quei 10 CV in più o alla presa USB? Da parte mia non ho una risposta netta e mi piacerebbe sentire che cosa ne pensate.

Un indizio però ce l’ho e posso ammettere candidamente che in un’epoca di traffico congestionato, strade malmesse e autovelox a ogni angolo, non è certo il tempo sui 0-100 km/h a regalarmi le emozioni che vado cercando.

Editoriale pubblicato su RoadBook 38