Il terzo capitolo della Dakar si sposta in Arabia Saudita: il ricco Paese degli sceicchi ha già firmato un accordo commerciale per ospitare la gara più dura del mondo per i prossimi cinque anni. La competizione prenderà il via da Jeddah il 5 gennaio e si concluderà il 17 gennaio 2020 a Qiddiyah, vicino la capitale saudita Riyadh. La carovana dovrà affrontare 12 tappe per un totale di 7.900 km di cui 5.000 km di tappe speciali.
Per la prima volta nella storia si correrà in Medio Oriente. Oltre al cambio di continente, ci sono molte altre novità che interessano anche il regolamento. C’è infatti la volontà da parte dell’organizzazione di livellare il divario tra i piloti professionisti e quelli amatoriali.
Nuove regole
Le squadre ufficiali fino all’anno scorso riuscivano a elaborare i road book contando su un maggior numero di persone e una migliore organizzazione, ricavandone così un significativo vantaggio a dispetto dei piloti amatoriali. I road book di alcune tappe speciali in questa edizione della Dakar saranno invece distribuiti solamente pochi minuti prima dell’inizio.
Altre novità sono l’introduzione di uno speciale “jolly” che i concorrenti costretti al ritiro possono giocarsi rientrando in una classifica separata chiamata “Dakar Experience”. Segnaliamo anche la nuova “Super Marathon” in cui ai piloti saranno consentiti solo dieci minuti di lavoro sui mezzi, rendendo così di cruciale importanza la gestione del veicolo durane la corsa.
Il percorso
La prima metà della competizione punterà a nord costeggiando il Mar Rosso e vedrà i concorrenti affrontare un dedalo di piste che metteranno a dura prova le doti di navigazione dei piloti. Dopo Neom il percorso scenderà verso Al-ʿUla e poi Hāʾil fino ad arrivare alla capitale Riyadh, dove è prevista una pausa di un giorno. Sarà poi la volta delle dune e della sabbia, entrerà in scena il deserto Rubʿ al-Khālī – che letteralmente significa “quarto vuoto”, è infatti il secondo più grande deserto di sabbia del mondo.
Sarà una Dakar più simile alla vecchia competizione africana con una prima parte fatta di canyon e montagne e tante piste, e una seconda parte dove sarà il deserto e le sue dune, molto simili a quelle tunisine ed egiziane, che daranno del filo da torcere ai piloti.
Nuove opportunità
Queste le parole di Nasser Al-Attiyah, vincitore della Dakar 2019 nella categoria auto: «La Dakar in Arabia Saudita rappresenterà una grande opportunità per l’Asia e per il Medio Oriente. Ho corso in Africa, in Sud America e ora andremo in Arabia Saudita: è un paese enorme, i paesaggi saranno fantastici e sono sicuro che ci divertiremo. Credo che l’Arabia Saudita sarà profondamente diversa dai due terreni affrontati sin qui: è una novità per tutti, una nuova regione da esplorare e scoprire. Spero che arrivi tanto pubblico. Devo ammettere che è difficile descrivere a parole i paesaggi arabi: sono qualcosa di mai visto, spettacolare e mozzafiato. Ringrazierò sempre il Sud America, ma benvenuta Arabia Saudita».