Prova Aprilia Tuareg 660: il ritorno di un’icona dell’enduro

La nostra prova della Aprilia Tuareg 660, uguale nel nome ma profondamente diversa nella forma e nella sostanza rispetto all’iconica enduro dei tempi d’oro.  

di Klaus Nennewitz


È dai tempi della ETV 1200 Caponord che l’Aprilia manca nel settore delle moto turistiche. Quest’anno il marchio di Noale ha fatto un primo passo di riavvicinamento svelando la Tuono V4 GT con cupolino, manubrio più alto e borse laterali, ma ancora mancava nella gamma Aprilia una moto capace di viaggiare affrontando la strada così come le piste e le sterrate del mondo.

Per porvi rimedio a Noale hanno ripescato il nome storico di una loro icona degli anni 80 assegnandolo all’ultima nata della stirpe col motore bicilindrico in linea da 660 cc: l’Aprilia Tuareg è tornata.

Numeri preziosi

Bastano pochi dati tecnici per capire subito la filosofia del progetto: 187 chili di peso a secco, sospensioni Kayaba regolabili con 240 mm di escursione, cerchi da 21” e 18” gommati Pirelli Scorpion Rally STR, sella a 860 mm da terra e 80 CV di potenza massima a 9.250 giri.

La guidabilità in off della Aprilia Tuareg 660 è stata uno dei punti cardine del progetto. Ne è uscita una moto snella e allo stesso tempo robusta e senza fronzoli, con un telaio in tubi di acciaio con il reggisella saldato, senza culla ma con il motore portante. Il propulsore – 57 chili il suo peso – è vincolato al telaio tramite sei punti di ancoraggio ed è stato ruotato all’indietro di 9 gradi per bilanciare meglio la moto.

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Il serbatoio da 18 litri si raccorda molto bene con la sella – in un pezzo unico e non regolabile in altezza – e contribuisce a dare una impressione di leggerezza. Il parabrezza è fissato su un supporto in materiale plastico che sostiene anche il gruppo ottico anteriore – tutta la fanaleria è full LED – e il cruscotto TFT da 5”.

Per migliorare la coppia del motore ai bassi regimi sono stati allungati i condotti di aspirazione e i collettori di scarico, mentre gli alberi a camme hanno nuovi profili di alzata. Oltre ad aver accorciato la prima marcia è stata rivista anche la trasmissione secondaria (15/42 invece del 17/43 presente sui modelli stradali).

La nuova coppa dell’olio aumenta la luce a terra e garantisce il pescaggio del lubrificante anche su salite con inclinazioni di 30° e discese fino a 45°. Quattro i riding mode disponibili: Urban, Explore, Offroad e Individual; sugli ultimi si possono personalizzare gli interventi di ABS, controllo di trazione, freno motore e risposta dell’acceleratore elettronico.

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L’impianto frenante fornito da Brembo sfoggia due dischi da 300 mm davanti e uno da 260 mm sulla ruota motrice. Il cavalletto laterale è in alluminio forgiato, robusto ma leggero, mentre il tappo del serbatoio è in plastica come negli anni 80.

Una moto snella e allo stesso tempo robusta e senza fronzoli

La lista degli accessori permette di personalizzare la moto secondo i propri gusti grazie a portapacchi, borse, protezioni, cavalletto centrale, parabrezza maggiorato, manopole riscaldate, sella comfort, riser manubrio, piattaforma digitale Aprilia MIA, quickshifter e altro ancora.

Durante gli spostamenti da fermo colpisce subito la notevole leggerezza, la scorrevolezza, la sensibilità delle sospensioni e il bilanciamento esemplare della moto. Una volta in sella si apprezza l’ergonomia azzeccata con il manubrio sufficientemente alto per la guida in piedi e la vita snella che permette di fare danzare la moto fra le ginocchia.

Aprilia Tuareg 660 in movimento

Su strada la moto risulta facile, intuitiva e maneggevole. I cambi di direzione rapidi avvengono con molta precisione, la corsa lunga delle sospensioni non penalizza in nessun modo la guida sportiva su strada e la stabilità è eccellente. L’ottima progressività permette decise frenate prima dei tornanti senza che l’avantreno affondi o l’assetto della moto si scomponga.

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La ruota posteriore rimane sempre attaccata all’asfalto e in uscita di curva il motore offre una coppia piena al medio regime, sale in maniera molto regolare e gira libero in alto. La frizione a cavo è morbida e l’acceleratore elettronico presenta il gioco giusto offrendo un feeling molto diretto col propulsore.

Su strada la moto risulta facile, intuitiva e maneggevole

Sappiate però che, nel caso voleste ingaggiar tenzone con moto stradali di alta cubatura sulle strade di montagna, dovrete coinvolgere maggiormente il cambio. Ma se la vostra necessità è quella di viaggiare con passeggero e bagagli, gli 80 CV a disposizione possono essere più che sufficienti.

È però lontano dall’asfalto che l’Aprilia Tuareg brilla grazie alla ciclistica, alla taratura delle sospensioni, all’ergonomia e alla prontezza del motore. Le sospensioni Kayaba, estremamente sensibili e progressive, permettono di puntare direttamente alla prossima curva senza fare troppo caso al fondo; pietre, sabbia, terra o canaloni, la Tuareg assorbe tutto: entra ed esce dalle curve danzando in derapata in pieno stile rally.

La Tuareg entra ed esce dalle curve danzando in derapata in pieno stile rally

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E poi la gestione facilissima del motore: aprendo il gas in uscita di curva il bicilindrico risponde con un fortissimo ruggito, fiondandoti subito a velocità sostenuta sullo sterrato. Adrenalina a secchiate che lascia senza fiato al ritorno sull’asfalto.

Davvero niente male per una moto adventure di serie, grazie anche alle Pirelli Scorpion Rally STR che forniscono un grip degno di nota: chissà cosa succederebbe con dei veri pneumatici tassellati.

Anche per viaggiare

L’aspetto decisamente rimarchevole è che tutte queste doti eccellenti nell’uso in fuoristrada non pregiudicano più di tanto le prestazioni su asfalto o il comfort nei lunghi viaggi.

La nuova Aprilia Tuareg 660 può fare tutto quello per cui sono state progettate le moto adventure, anche quelle con cilindrata e peso superiore. Con un’ottima protezione aerodinamica, una buona autonomia – fino a 400 km – un’ergonomia ottimale e un alto livello di comfort senza vibrazioni, la bicilindrica italiana è pronta a conquistare il mondo.

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Alcuni dettagli interessanti contribuiscono a semplificare la manutenzione: il filtro dell’aria è facilmente raggiungibile rimuovendo le cinque viti intorno al tappo del serbatoio, mentre la leggera batteria agli ioni di litio è subito sotto la sella.

Infine a Noale hanno sistemato il passaggio di cavi e tubi: la qualità percepita e l’attenzione ai dettagli è migliorata rispetto agli altri modelli della famiglia 660.

Aprilia non poteva esimersi dal tornare sul terreno dell’entrofuoristrada e lo ha fatto a modo suo: ha resuscitato un nome assurto nel tempo a sinonimo di avventura, creando un mezzo appagante, attraente e dalla spiccata attitudine al divertimento che evoca terre lontane.

Aprilia Tuareg 660: prezzi e colorazioni

  • Martian Red 11.990 euro
  • Acid Gold 11.990 euro
  • Indaco Tagelmust 12.690 euro
Aprilia Tuareg 660
Piacere di guida
9
Capacità di carico
7
Ciclistica
8.5
Versatilità
8
Pro
Ciclistica e sospensioni versatili su ogni terreno
Ergonomia e comfort di marcia
Motore brillante
Contro
Posizione del faro posteriore
Maniglie passeggero non presenti di serie
Tappo serbatoio in plastica evocativo ma poco pratico
8.1
Totale