Travellers Camp 2023: dieci anni di storie

Si è svolto a settembre il Travellers Camp 2023: la decima edizione dell’evento dedicato al mondo dei viaggi e dell’avventura in motocicletta ha radunato sull’Appennino reggiano appassionati da tutta Italia. Ecco il racconto di chi lo ha vissuto in prima persona.

di Monica Ledda – foto Antonio Femia e Monica Ledda


Prima di rimettere piede in casa, dopo 103 giorni di viaggio in Medio Oriente, ricevo un messaggio inaspettato da Donato Nicoletti, il quale mi chiede se sono interessata a partecipare alla decima edizione del Travellers Camp.

Tra incredulità e sorpresa accetto subito con molto entusiasmo, perché di solito ero io quella che stava ad ascoltare le avventure degli altri viaggiatori, guardando il mappamondo e chiedendomi quando sarei riuscita a partire.

Inizialmente fissato per il 17 maggio a Urbino, l’appuntamento viene rimandato a causa dell’alluvione che ha funestato la Romagna solo pochi giorni prima. Si cambiano così date e location, spostandosi dal 15 al 17 settembre a Cervarezza, nel cuore dell’Appennino reggiano.

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La prima sera

Per me è la prima presenza in assoluto e non so esattamente cosa aspettarmi. Arrivo al venerdì pomeriggio, scarico i bagagli dalla moto e raggiungo il bar dove sono già presenti diverse persone che sembrano conoscersi da anni; mi aggrego a loro, scoprendo di avere molte cose in comune da condividere.

La sera, dopo cena, ho l’onore di “aprire le danze” di questa edizione dell’evento. Sono emozionata, ma non vedo l’ora di raccontare quella che è stata una delle esperienze di viaggio più significative che abbia fatto: Libano, Siria, Giordania e Israele attraversate in solitaria. Le luci si spengono e parte la narrazione.

Tra sognatori e visionari il folle è chi non ha mollato gli ormeggi per partire

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Poi si continua fino a notte tarda: il ghiaccio è rotto e si parla liberamente di progetti che spesso mettiamo da parte per paura di essere giudicati o non capiti. Ma non qui, dove tra sognatori e visionari il folle è chi non ha mollato gli ormeggi per partire.

Credo sia questo il vero fulcro del Travellers Camp: scambiarsi informazioni ed esperienze senza timore di non essere compresi: finché si sarà capaci di seguire la propria natura, ci saranno sempre belle storie da raccontare.

Il sabato del villaggio

Antonio Femia ha l’ardito compito di provare a fare chiarezza in quella nebulosa grigia che sono le tracce GPX. In realtà l’argomento non è banale e c’è ancora confusione a riguardo. Antonio prova così a porre le basi per la gestione e l’uso appropriato di una traccia e dei device che la possono leggere.

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Tra nostalgici amanti della vecchia cartina da tavolo e nuove generazioni che viaggiano a colpi di applicazioni opensource e scambio dati via bluetooth, si conclude anche questo seminario. Si perché lo scopo del Travellers è anche quello di fornire nozioni utili e pratiche per il moto viaggiatore contemporaneo.

Poi arriva l’attesa presentazione del libro di Donato Nicoletti: “Un’estate di quattordici mesi”.

Tra aneddoti e riflessioni emerge la sensibilità di un uomo che ha fortemente voluto esplorare una parte di mondo con tempi lenti sulla sua Harley-Davidson, assorbendo nel bene e nel male tutto quello che la strada gli ha portato.

Ora non rimane che buttarsi nelle pagine di questo libro per essere catapultati nelle vicende che l’autore ha deciso di condividere.

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Dall’Asia al Sudamerica: il sabato sera tocca a Fabrizio Cedrati raccontare la prima parte del viaggio a tappe (che trovate sul numero 36 di RoadBook)che lo porterà dal Sudamerica all’Alaska in sella a una KTM 690 Enduro R. Dopo i rinvii causa Covid, Fabrizio spedisce la sua moto a Montevideo, in Uruguay, con l’intento di toccare anche Argentina, Bolivia e Paraguay.

Nonostante le svariate forature, Fabrizio ci accompagna sulla mitica Ruta 40 con immagini che non possono non far sognare, tra panorami selvaggi e cactus giganti.

Fabrizio ci accompagna sulla mitica Ruta 40 con immagini che fanno sognare

L’ospite della domenica al Travellers Camp 2023

Io e Giovanni Cellini ci siamo conosciuti in Turchia, lui al rientro dal suo viaggio e io a metà del mio, e mi fa piacere sottolineare che lungo la strada possono nascere delle belle amicizie, perché le persone rimangono pezzi indelebili del viaggio e lo arricchiscono profondamente. Ora, a distanza di un anno ci ritroviamo al Travellers Camp per raccontare il nostro vissuto, e la cosa ci emoziona non poco.

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Ancora più emozionante è ascoltare la sua storia, quella di una persona normale che ha fatto una cosa straordinaria. E mentre parla, tra disavventure, problemi meccanici, dogane infinite e tantissimi aiuti, non smette mai di sorridere perché, in un modo o nell’altro, è sempre riuscito a cavarsi d’impaccio.

Si conclude così questo intenso e inatteso fine settimana, tra abbracci, nuove amicizie e la consapevolezza di aver scoperto con il Travellers Camp 2023 qualcosa di inaspettato e di coinvolgente. Nell’attesa della prossima edizione prevista per la primavera del 2024, gustiamoci il contributo video di Riccardo Fanni: mano ai pop corn e buona visione.