cover 7° Silantreffen 2020 accampamento
cover 7° Silantreffen 2020 accampamento

Silantreffen 2020, l’anno senza neve

Alle orecchie di tutti i motociclisti la parola “Treffen” risuona con brividi freddi sulla schiena e risveglia ricordi di nottate a scaldarsi attorno al fuoco e notti gelate in tenda. Quest’anno però il 7° Silantreffen ha riservato altre sorprese.

di Simone Vitelli


Quando cominci a parlare di Treffen, alla mente vanno subito quelle immagini di moto mezze sepolte dalla neve, di strade innevate e facce di motoavventurieri con la barba ghiacciata e il volto arrossato del vento gelido, e senti già un brivido freddo lungo la schiena.

Effettivamente fino a oggi, questo è stato quello che ho visto e vissuto nei vari raduni invernali a cui mi è capitato di partecipare. Quindi anche quest’anno, quando ho cominciato a raccontare in giro che sarei andato al Silantreffen, le aspettative erano le stesse, e anche i preparativi.

Il posto dove ho sofferto più il freddo è stato proprio in Calabria

Certo, andare in Calabria a febbraio non è come andare in Germania: è sicuramente più facile, vuoi per la distanza notevolmente minore per me che parto da Roma, vuoi per il fatto di non dover valicare le Alpi sotto qualche bufera di neve e vuoi per il fatto che comunque le temperature lungo il percorso sono mitigate dal mare e difficilmente sono troppo rigide, anche in inverno.

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Per questo il viaggio, nella fase preparativa, si presentava comunque più semplice di quanto fatto l’anno passato per andare a dormire nella “buca” di Solla. Essendo però la mia seconda esperienza, sapevo che nonostante il raduno sia in Calabria, regione che richiama mare, sole e caldo, non deve far pensare che giunti sulle sponde del lago Ampollino sia estate, anzi.

Anni fa sono stato già una volta al Silantreffen, poi all’AgnelloTreffen in Valvaraita, al Pinguinos a Valladolid, all’Elefantentreffen a Solla… e il posto dove ho sofferto più il freddo è stato proprio in Calabria.

Un inverno poco invernale

Può sembrare un controsenso, ma il fatto che il Silantreffen si svolga sulle rive del lago, che in quell’occasione non era ghiacciato nonostante tutt’intorno fosse coperto da una fitta coltre di neve, innalza notevolmente l’umidità dell’aria che, gelata, ti entra nelle ossa.

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Quest’anno però, almeno in Italia, l’inverno ha avuto ben poco di invernale, soprattutto al centro-sud. Niente neve e temperature addirittura primaverili durante i famigerati “giorni della merla”, che in teoria dovrebbero essere i più freddi dell’anno.

Parto per la Calabria la mattina di sabato verso le otto. In cielo non si vede una nuvola e l’aria è bella fresca. La strada è umida perché la sera prima ha piovuto e a tratti sento anche quel brivido freddo lungo la schiena che fa tanto Treffen.

Alle dieci l’effetto freddo è già finito e il sole accecante e caldo mi splende di fronte

Vista la splendida giornata prevista, avevo messo in conto di allungare il percorso verso il raduno e deviare nel Cilento, dopotutto sarebbe stato un peccato non approfittarne.

Scoprire il Cilento fuori stagione

Dopo aver lasciato l’autostrada a Battipaglia e aver raggiunto Agropoli mi si apre davanti il mare che, associato al cielo terso e al sole tiepido, mi danno la sensazione di aver sbagliato stagione. Il mare è leggermente mosso e le onde che si infrangono sugli scogli vaporizzano nell’aria quel profumo che immediatamente mi riporta all’estate. Passo sotto Castellabate e tra curve e strade costiere a strapiombo mi fermo ad Acciaroli ad ammirare il suo porticciolo.

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Non ero mai stato nel Cilento ed è stata una bellissima scoperta. Probabilmente esserci “fuori stagione” è stato un notevole valore aggiunto: pochissime auto, niente traffico, i centri urbani quasi deserti, spiagge vuote. Il tutto, unito alla splendida e calda giornata mi dà un enorme senso di pace.

Mi fermo per un fugace pranzo a Sapri e mi rendo conto che le numerose soste che ho fatto per ammirare e godermi il panorama mi hanno fatto tardare di molto sulla tabella di marcia. Riprendo quindi l’autostrada e riesco ad arrivare sul lago Ampollino prima che faccia completamente buio.

Ai Treffen non si è mai soli

Mi iscrivo, prendo l’immancabile toppa e vado a cercare un posticino per piantare la tenda. Trovo posto vicino a un gruppo di ragazzi di Reggio Calabria che, come capiscono che sono solo, cominciano ad aiutarmi a più non posso dimostrando la solita grande ospitalità di questi posti: chi mi dà una mano a montare la tenda, chi mi versa un bicchiere di rosso, chi mi porge una pezzo di pane con una salsiccia… ho difficoltà a dare retta a tutti. 

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Nel giro di poco tempo incontro diversi che conosco e che sapevo esserci, e la serata va avanti tra “caciocavallo impiccato”, pasta alla carbonara, minestra di fagioli, formaggio e carne alla brace. Ovviamente anche i litri di vino rosso non mancano e gli effetti di lì a poco compariranno in diversi partecipanti.

I bracieri innalzano una fitta coltre di fumo che brucia gli occhi e i profumi delle pietanze in cottura inebriano l’aria

La notte è illuminata dai soli focolai accesi e dai fuochi d’artificio che verranno sparati per tutta la sera. Tra risate, urla, brindisi e battute, alle 23 la stanchezza del viaggio si fa sentire e decido di andarmi a infilare nel sacco a pelo.

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La notte passa tranquilla ma, come al solito durante i Treffen, la mattina non si dorme molto e il primo che si alza, stando tutti appiccicati, immancabilmente sveglia tutti gli altri. Così alle sei sono già in piedi.

L’umidità calata sulla tenda è completamente ghiacciata, così come le pozzanghere a terra. Vado a prendermi un cappuccino all’area ristoro del campo e, infreddolito, cerco di scaldarmi smontando tutto e caricando la moto, operazione che riesco a concludere in poco più di un’ora.

Alle otto sono pronto, ma prima di partire faccio un giro per salutare i compagni di serata, molti dei quali però nemmeno mi riconosceranno per via della poca lucidità che avevano la sera prima, cosa che farà scoppiare tutti in grosse risate.

Per il rientro mi accodo a un gruppo di amici di Roma, coi quali raggiungeremo casa, non prima di esserci fermati a Battipaglia per gustare una bella “Zizzona”. Di certo, tornerò al Silantreffen.