Kawasaki Big Celebration 2023: un week-end di festa

Kawasaki ha festeggiato sulle rive del Lago Maggiore i suoi 145 anni con due giornate di test ride dell’intera gamma, che abbiamo provato senza farci mancare le divagazioni in 4X4 e moto d’acqua.

di Fabiano Magnani


Preceduto dai giorni dedicati alla stampa, il week-end del 27 e 28 maggio ha visto le strade di Laveno Mobello (VA) popolarsi di decine di appassionati che si sono avvicendati al manubrio (ma anche al volante) dei mezzi di Akashi.

Sono state giornate di guida e divertimento sulle tortuose strade intorno al lago, coronate da piacevoli aperitivi con DJ set alla luce del tramonto.

Di certo il fondatore Kawasaki Shōzō non poteva avere idea, nel 1878, di cosa sarebbe diventata l’azienda di trading che aveva fondato, ma il seme che ha piantato è germogliato facendo diventare Kawasaki un colosso in campi anche molto distanti da quello per cui è noto a noi motociclisti.

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Che si tratti di costruire sommergibili, armare ponti, costruire motori di qualsiasi tipo dalle moto agli aerei, la costante è quella della sfida in cerca di nuove soluzioni.

La storia motociclistica di Kawasaki inizia infatti solo nel 1952 con il KE-1, il primo motore, che venne progettato dal dipartimento aeronautico dell’azienda, che ha lasciato il suo imprinting agli ingegneri della divisione moto.

Qualcosa che possiamo sintetizzare con «Se il motore dell’aereo ti si ferma per un guasto, o hai amicizie altolocate oppure preparati a un brusco atterraggio».

Da lì ebbe inizio la lunga serie di modelli destinati diventare icone della storia del motociclismo, per arrivare nel 1972 alla svolta nel mercato globale con la presentazione negli USA della Z1.

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La consacrazione definitiva nell’immaginario collettivo avviene nel 1983: giusto quarant’anni fa usciva nelle sale Top Gun in cui la prima Ninja, la GPZ 900R, era la moto di un protagonista tanto spaccone quanto irresistibile.

Oggi il marchio Kawasaki occupa uno spazio nel cuore degli appassionati delle due ruote: che si parli di supernaked, di sport tourer o classiche rivisitate poco importa.

Kawasaki a tutto tondo

Durante i due giorni dedicati alla stampa abbiamo avuto a disposizione tutta la gamma Kawasaki: moto radicalmente diverse tra loro per destinazione d’uso e attitudine ma tutte estremamente divertenti e  immediate.

Sono moto così diverse che a provarle tutte in un giorno si rimane un po’ disorientati; non potrebbe essere diversamente quando si scende da una naked come la Z900 per salire su una Versys 1000, ma anche il passaggio da una Z900RS a una Ninjia 1000 SX non è da meno.

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Per chi ama viaggiare in agilità, la Versys 1000 è la moto giusta della gamma: basta fare un po’ di strada per capire subito che è fatta per macinare chilometri senza fatica.

Gli indecisi tra il viaggio e le prestazioni sportive troveranno un valido compromesso nella Ninjia 1000 SX, che quei chilometri li macina con grinta da pistaiola.

Lo dicevamo all’inizio: Kawasaki non è soltanto moto e infatti abbiamo avuto modo di provare due vere chicche. Abbiamo quindi lasciato l’asfalto per buttarci in acqua e provare il Jet Ski, ovvero la moto d’acqua che proprio Kawasaki ha inventato esattamente cinquant’anni fa.

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Purtroppo serve la patente nautica e quindi ci siamo seduti sul sedile posteriore per farci condurre sulle limpide acque nientemeno che da Stanley Tucci!

Scherzo ovviamente, ma sfrecciare sul Jet Ski tra gli spruzzi di acqua cristallina è davvero una delle cose più spassose che si possano fare.

Molto meno divertente è stata invece la mia esperienza da endurista sul percorso creato sul tracciato un tempo usato per il mondiale di motocross. Non perché la KX250X non fosse all’altezza del compito, anzi…

Mi è bastato montare in sella e mettere la prima per ricordarmi che correre su una strada bianca è un conto, altra cosa è provare a farlo nel fettucciato di una pista che la pioggia del giorno prima ha reso una distesa di fango.

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Molto stoicamente ci ho provato comunque, ma dopo cinque atterraggi ho deciso che era meglio farmi un giro con il Mule: motore diesel tre cilindri, quattro ruote motrici e andiamo a comandare.

Due giornate così passano in fretta e lasciano in circolo un bel po’ di adrenalina, quella che serve per guardare al traguardo dei prossimi cinque anni: chissà alla festa dei 150 anni che novità avremo da provare?