Due giorni alla GS Academy: a lezione di fuoristrada

La GS Academy è un’ottima opportunità per chi vuole approcciarsi al mondo off road con metodo e consapevolezza, sfruttando al meglio le potenzialità della propria maxienduro.

di Nadia Giammarco


La mia fama di “pinguino sempre in piedi” deve aver raggiunto livelli altissimi se gli organizzatori della GS Academy mi hanno invitata a partecipare ai loro corsi di guida off road. O probabilmente hanno solo pensato di testare se il loro metodo sia davvero efficace con tutti.

«Sai, sono bassa, non so nemmeno se arrivo a toccare terra». Ma Daniele Madrigali non è solo il creatore del Blue Bike Camp, si è rivelato anche un eccezionale motivatore: «Facciamo così, ti faccio preparare una BMW G 310 GS, ma devi assolutamente provare la R 1250 GS, poi mi saprai dire».

E niente, in quel preciso istante l’asticella delle mie aspettative si è alzata improvvisamente, fermandosi poi di scatto. L’avranno montato il paramotore?

La location dei corsi GS Academy è l’Agriturismo Bacchanalis, a Ziano Piacentino (PC), a soli 15 minuti dal casello autostradale di Castel San Giovanni. Qui campi e colline fanno da cornice a una cascina del 900 recentemente ristrutturata e arricchita di dettagli moderni, un luogo ampio e accogliente. Facile sentirsi a proprio agio con queste premesse.

Arrivo all’agriturismo con la voglia di apprendere la tecnica e mettermi alla prova, ma ogni tanto si affaccia alla soglia dei miei pensieri il timore di non essere all’altezza. Lo ricaccio indietro. Sono qui per divertirmi e imparare.

Il mio obiettivo è raggiungere quel livello di sicurezza tale da riuscire a godere appieno dei panorami e delle bellezze che solo i percorsi in off sanno regalare

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GS Academy Camp, si parte dalle basi

La mattinata di sabato è per lo più dedicata alle basi e alla tecnica. Vengono ampiamente illustrate posizione in sella, sulle pedane e lo spostamento dei pesi nelle varie fasi di guida. Daniele sembra leggere sulle facce di noi partecipanti gli interrogativi che attraversano la nostra mente durante le spiegazioni, e non si stanca mai di ripetere i concetti chiave.

Il numero dei partecipanti è volutamente ridotto, questo dà la possibilità a ciascuno di essere seguito in modo adeguato. È ora di trasferirsi al campo, ci aspetta il fettucciato, dove avremo la possibilità di passare dalla teoria alla pratica.

All’inizio qualche giro per prendere confidenza con la moto e per permettere agli istruttori distribuiti sul percorso di vederci girare. Io, come Daniele aveva previsto, provo brevemente la BMW G 310 GS, ma poi una volta salita sulla R 1250 GS che dire, faccio la mia scelta, e non la mollo più per tutto il fine settimana.

Alla GS Academy si procede per step. Mano a mano si aggiunge qualche difficoltà, sempre in assoluta sicurezza. Ci si mette alla prova e si cerca di seguire i consigli. Sembra facile, ma c’è tanto da imparare.

La mia moto è bravissima ad assecondare tutte le mie imprecisioni, è impostata sulla mappa Enduro, ed è perfetta per un uso turistico su tutti i terreni. Non ho mai guidato una BMW, e ora capisco perché sia la moto più amata dagli italiani.

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Il fettucciato è una scuola perfetta, non c’è una curva che abbia lo stesso raggio di quella precedente e le pendenze sono tutte diverse. Si ha il vantaggio di imparare il percorso lasciando la mente libera di sperimentare e mettere in pratica ciò che gli istruttori ci hanno illustrato la mattina.

Si rientra per pranzo all’agriturismo, che è a tre minuti dal campo. A tavola ci si rilassa e si scambiano le prime impressioni. Ognuno di noi guida una moto diversa e ha una propria storia motociclistica, ma alla fine le difficoltà che si incontrano sono più o meno le stesse, e si crea subito una bella atmosfera.

I profumi e sapori tipici della val Tidone non fanno che accrescere la convivialità: mangiamo all’aperto sotto al portico, cercando di resistere alla tentazione di esagerare per rimanere abbastanza reattivi. Ciccio ci richiama al dovere con due tocchi all’orologio da polso. Taciturno, occhio attento e saggio. Ho un debole per le persone così: poche parole e tanta sostanza.

È lui che nel pomeriggio mi ha fatto superare la prova dei birilli, tanti e ravvicinati. E io su una moto un po’ grande per il mio standard, fallisco i primi due tentativi. Mi fermo accanto a lui sperando che mi illumini. Mi spiega, e va ad aspettarmi sul tracciato, mi guida passo passo e finalmente centro l’obiettivo! Grande Ciccio. Soddisfazione a mille.

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Daniele ci illustra le esercitazioni e noi cerchiamo di fare del nostro meglio. Ci sono i giusti tempi per tutti, senza stress o ansie da prestazione. E così, tra un tronco e uno slalom scorrono veloci le ore. Arriva l’ora di rientrare.

Ci si saluta alla luce del tramonto, siamo a ottobre e già alle 18 i colori diventano più caldi, alcuni tornano a casa, con gli altri ci si dà appuntamento al corso Track del giorno successivo.

GS Academy Track: si abbandona il nido

È già domenica. Il programma della giornata prevede un breve ripasso delle nozioni teoriche del sabato con l’aggiunta di alcune malizie. Parte della mattina è dedicata alla pratica sul fettucciato. Ottima occasione per chi come me ha partecipato anche il sabato di ripassare quanto appreso il giorno precedente e fondamentale per gli istruttori che possono vederci all’opera.

Daniele Madrigali, il nostro mentore, sa rendere facilmente comprensibili concetti complicati sulla dinamica della moto. Se c’è una cosa che ho imparato con lui è che per guidare in fuoristrada c’è un kit ideale. Occorre procurarsi un piombo da muratore, e ascoltare il proprio cuore. Il piombo per la posizione da assumere e il cuore per regolare la velocità.

Ecco, mentre il mio cuore lavora abbastanza bene, ho scoperto di non saper utilizzare proprio bene il piombo da muratore. «Devi spostare il peso! Se la moto si inclina a sinistra devi spostare il peso sulla pedana destra. Come sugli sci!» E io non so sciare. Quindi nei giri sul campo approfitto per fare pratica sulla moto, cercando di assumere la posizione corretta per una distribuzione dei pesi ottimale. Dovrò lavorare su questo punto.

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Dopo pranzo arriva il bello. Il segnale sono ancora una volta i due tocchi d’orologio di Ciccio. Abbandoniamo la sicurezza del fettucciato per affrontare gli imprevisti che un percorso su fondo naturale può riservare. Impareremo a riconoscere i colori della terra e i segnali che l’ambiente ci offre, per adattare la nostra guida di conseguenza.

Un percorso di 70 chilometri in fuoristrada, intervallato da tratti su asfalto per consentirci momenti di riposo, e illustrato dagli istruttori mano a mano richiamando alla memoria quanto fatto sul campo in mattinata. Si affronta ogni tratto con consapevolezza e finalmente sento di guidare senza improvvisazione, che è poi l’obiettivo che mi ero prefissata.

Si viaggia a ritmo costante e adatto a tutti. Davanti Daniele, in fondo Ciccio e Loris, che ogni tanto ci stacca per appostarsi e fotografarci.

Vi state per caso chiedendo se sono caduta?

Certo che sì, ovviamente. Su un tratto di sassi. L’ho visto il sasso bello grosso davanti a me, non ho fatto in tempo ad accorgermi che lo stavo fissando troppo intensamente che ero già in terra. Così imparo che devo guardare avanti invece che concentrarmi sugli ostacoli. Ma tranquilli, la moto sta bene!

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Il tracciato è studiato ad arte. Si incontrano tratti sottobosco, salite con ghiaia, canaloni, pietre, un po’ di fango e anche un bel guado. Nulla di esasperato e tutto nella quantità giusta per non far sì che la stanchezza abbia il sopravvento. Si ha la possibilità di tenere alta la soglia dell’attenzione e godere anche del paesaggio circostante. Peccato solo per il cielo un po’ grigio.

La soddisfazione di tutti si legge nei sorrisi

Torniamo alla base, è il momento di brindare al termine di questo fine settimana impegnativo ma denso di emozioni. Abbiamo tutti imparato tanto, sia chi era alle prime armi, sia chi aveva già sperimentato le ruote col tassello.

L’esperienza trentennale del Blue Bike Camp e la possibilità di utilizzare gli ultimi modelli BMW GS sono stati il nucleo di un percorso formativo denso di contenuti ma anche molto divertente.

La consegna degli attestati di partecipazione è per tutti la conclusione di una bellissima esperienza e l’inizio di un nuovo modo di intendere il mototurismo, che ha ora confini più ampi. Sulla strada del ritorno, a bordo di una Punto a metano che non mi è sembrata mai così comoda, ripenso alle ultime 48 ore. Ho imparato tanto, ho trovato le risposte a molti dubbi, e mi porto a casa tanto materiale su cui esercitarmi.