Appunti – Un altro giro di giostra

di Dario Tortora


Nelle prossime pagine troverete diversi resoconti dei migliori eventi di adventouring – per usare la felice definizione coniata dal patron della HAT Nicola Poggio – che si sono svolti nelle ultime settimane. Sono manifestazioni in cui ci si diverte con le proprie maxienduro mettendosi alla prova lungo i tracciati più o meno impegnativi predisposti dagli organizzatori.

Ne parliamo spesso perché sono situazioni che ci piacciono tantissimo ed è innegabile che consentono di fruire di territori altrimenti preclusi, grazie ai permessi accordati con le amministrazioni locali, e allo stesso tempo di approfondire le peculiarità culturali e gastronomiche delle zone attraversate.

Metto subito in chiaro una cosa: ci auguriamo che abbiano sempre più successo e che ne vengano organizzati ancora di più, perché sono bellissime occasioni di divertimento.

Però l’avventura in moto è un’altra cosa. L’avventura è non sapere se la prossima svolta sarà a destra o a sinistra; è avere una direzione di massima e poi decidere in base all’umore del momento. Guidiamo moto definite tuttoterreno non perché debbano andare per pietraie dalla mattina alla sera, ma perché devono poter affrontare qualsiasi tipo di situazione, incluse le pallose trasferte autostradali per andare a prendere il traghetto che porta lontano.

L’avventura è non sapere se la prossima svolta sarà a destra o a sinistra

Invece a un evento organizzato è tutto un “gira qui, svolta là, mangia qui, dormi là”. Sono avvenimenti precostituiti, divertimento confezionato, un’avventura su binari come le montagne russe. È questo il famoso senso di libertà che solo le due ruote sanno dare? Grufolare liberi all’interno di un recinto?

Il fettucciato è la fine dell’avventura. Secondo noi prendere parte a questi eventi dovrebbe essere l’eccezione non la regola, appunto come quando arrivano le giostre in città e si va a fare un giro sulle montagne russe. Divertentissimo, certo, ma poi si passa a fare altro. A fare sul serio.

Andare veramente all’avventura in moto comporta studio, impegno, sforzo. Bisogna non avere paura di vivere l’incognita, di avere dubbi; è necessario assumersi la responsabilità delle proprie decisioni, non seguire quelle prese da altri.

Costa più fatica, ma dà molta più soddisfazione. Solo così la nostra passione rimarrà viva e vibrante altrimenti a lungo andare, a furia di autoghettizzarci, finiremo come una riserva indiana.

Editoriale pubblicato su RoadBook 26