di Dario Tortora
Scrivo questo editoriale seduto a un tavolino all’aperto di una taverna sperduta fra Varese e la Svizzera. Non ho un motivo per essere qui e neanche per aver scelto questo locale: ho inforcato la moto a Milano e sono giunto a Dumenza prendendo direzioni a caso, mosso da necessità non ben definibili se non quella di imboccare deviazioni per me inedite.
Forse avevo caldo, forse sentivo il bisogno di riordinare i pensieri sotto il casco e quando lo stomaco ha iniziato a reclamare attenzioni mi sono fermato alla prima osteria.
Avrò percorso appena un centinaio di chilometri, sufficienti a dare soddisfazione al mio bisogno motociclistico quotidiano. Fra di noi ci riconosciamo per questo, per il nostro viaggiare oltre il consueto e il senso comune, per la curiosità che ci divora e ci fa compiere gesti apparentemente senza senso.
Sfogliando le pagine che seguono troverete altri e migliori esempi. Nick Sanders si è inventato il periplo della Gran Bretagna perché costretto entro i confini patri dall’emergenza epidemiologica e ha (ri)scoperto parti di Albione con un senso di stupore invidiabile.
Klaus Nennewitz in sella a una supersportiva bagagliata si è letteralmente sparato sulla costa baltica tedesca mosso da vaghi ricordi d’infanzia e collegando puntini di curiosità storiche apparentemente incongruenti. Infine Claudia Gonnella, in fondo alla rivista, spiega molto meglio di come potrei fare io il senso di quello che proviamo quando mettiamo la prima marcia muovendo verso una direzione sconosciuta.
Fra di noi ci riconosciamo per questo, per il nostro viaggiare oltre il consueto
Da parte nostra, come autori di RoadBook, rinnoviamo la nostra promessa di parlare di esplorazioni in motocicletta diffondendo messaggi positivi, incoraggianti, con contenuti di sostanza e di approfondimento.
Vogliamo spingervi a varcare frontiere, a guidare su sterrate polverose, a sbagliare strada mille volte per poi trovare la vostra, a non aver paura di cadere e rialzarvi, a viaggiare leggeri, senza il peso delle pressioni perché non bisogna dimostrare niente.
Continueremo a provarci, a modo nostro, perché di fronte a noi è pieno di opportunità meravigliose ancora da esplorare e nuove emozioni ancora da vivere.
Editoriale pubblicato su RoadBook 30