Abbiamo preso una KTM 1290 Super Adventure R fresca di fabbrica e apportato tutte le modifiche e aggiunte necessarie per ottenere una moto ideale per i viaggi avventura. Spieghiamo i perché di ogni scelta, così che ognuno possa eventualmente replicare qualche idea sulla propria moto, anche se si tratta di un altro modello.
di Dario Tortora
Qualsiasi moto del segmento adventure attuale, così come viene venduta, consente di partire per il giro del mondo appena usciti dal concessionario. Eppure rimane importante personalizzare il proprio mezzo, sia per ottenere un comfort superiore in previsione di passare molte ore in sella sia per migliorare l’ergonomia alla guida e, di conseguenza, le proprie abilità di pilota, così da essere in grado di affrontare qualsiasi tipo di strada ci si pari innanzi.
L’obiettivo che ci siamo prefissati è realizzare più una moto per l’attraversamento di frontiere che da sgasata in fuoristrada la domenica, per cui con maggiore attenzione all’aspetto dei viaggi che a quello dei rally adventouring, per i quali, oltretutto, sarebbe più indicata una moto di minor cubatura e massa.
La KTM 1290 Super Adventure R su cui abbiamo lavorato è una moto premium, con componenti di pregio e una ricca dotazione di serie. Ciononostante, come vedremo, ci sono ancora margini su cui lavorare e dettagli che si possono migliorare.
Per le modifiche ci siamo affidati a Giglioli Motori, lo storico concessionario KTM di Milano che si è prestato ai nostri capricci nonostante fossero in corso importanti lavori di ampliamento della struttura, che interessano sia l’area di esposizione e vendita sia la parte di officina, manutenzione e ricambi. D’altronde sapevamo di trovare in Claudio Giglioli un complice, viste le sue storiche attività di preparatore di moto anche per importanti rally internazionali e lo spirito sartoriale con cui lavora in officina.
Sapevamo di trovare un complice per i nostri capricci
Ecco, prima di entrare nel dettaglio delle modifiche, il nostro consiglio è di analizzare la propria posizione in sella e le esigenze in viaggio, così da ragionare in termini ergonomici per cucirsi addosso una moto su misura, così come faremmo con un abito.
Diventeremo piloti migliori, viaggeremo più comodi (quindi percorrendo distanze maggiori) e solo in un secondo momento ci sarà il tempo di pensare a eventuali ammennicoli da aggiungere, intriganti per il colpo d’occhio ma probabilmente di nessuna utilità. Ci auguriamo che, qualsiasi moto possediate, troviate fra le prossime righe interessanti spunti di ispirazione.
1 PowerParts KTM. Il primo fornitore di accessori per le moto di Mattighofen è l’azienda stessa, il cui ricco catalogo PowerParts è una pericolosa tentazione per le finanze dell’acquirente. Senza indugio ci siamo procurati alcuni componenti a nostro giudizio indispensabili, a partire dal paramotore (cod. 60403990044); sul mercato se ne trovano parecchi, ma quello originale in alluminio da 6 mm di spessore sembra il più robusto e protegge il carter e il collettore di scarico dagli urti dei sassi e da eventuali appoggi. Sorprendente che non sia fornito di serie con la moto, almeno per la versione R.
Stesso discorso per la griglia di protezione del radiatore in metallo (cod. 60435940044) per sostituire l’originale in plastica e per i paramani con staffe in alluminio (cod. 7600297900030): quelli forniti di serie sono robusti e chiusi ai lati, ma in caso di appoggio della moto è essenziale salvaguardare le leve di freno e frizione, per cui ben venga la massima protezione.
La Super Adventure R viene venduta con un parabrezza basso fumé per agevolare la guida in piedi molto proiettati in avanti, ma in viaggio si passa la maggior del tempo seduti e una buona protezione aerodinamica è fondamentale per non arrivare stanchi a fine giornata. Per fortuna il parabrezza è intercambiabile con quello alto e trasparente della versione S (cod. 60708108044).
I filtri aria aggiuntivi (cod. 60708920000), infine, sono un’idea di design geniale e tornano utili quando si programma di guidare in presenza di molta polvere e sabbia. Si montano letteralmente in due minuti e le spugne rimovibili sono facilissime da lavare; consigliamo però di non tenerle sempre montate per consentire al motore di respirare meglio.
2 Manubrio a piega alta SRT Factory. Il manubrio è un aspetto che tende a essere sottovalutato eppure, se ci pensiamo, rappresenta il principale strumento di interazione con la moto. Quello fornito di serie rende la guida in piedi faticosa, soprattutto se si è alti, per cui vale la pena sostituirlo con un modello di larghezza e piega adeguata.
Quello di SRT in ergal con finitura spazzolata e anodizzata presenta delle geometrie su cui l’azienda ha lavorato a lungo per far sì che il pilota trovi maggiore maneggevolezza e una migliore risposta ai comandi; per rendere l’idea delle differenze si guardi la foto scattata in officina a confronto con il manubrio originale.
Appena lo si impugna si nota che è più aperto, per cui le braccia assumono una posizione più naturale, con i polsi e i gomiti che non sono più piegati verso l’interno. Il risultato è un feeling diverso sull’avantreno, con un maggiore controllo e reattività della moto.
Per completare l’opera (lo scrivente è alto 1,87 m) conviene valutare anche l’inserimento di rialzi per il manubrio, i cosiddetti risers. In questo caso abbiamo utilizzato quelli da 25 mm della Touratech, ma va preventivamente verificata la fattibilità a seconda della lunghezza dei cavi. Ricordarsi infine di inclinare le leve verso il basso perché possano essere utilizzate facilmente anche in piedi.
3 Terminale di scarico HP Corse 4-TRACK R in titanio. Lo scarico originale è veramente imponente e non è proprio la parte più riuscita di questa moto. L’azienda bolognese ha a catalogo ben sei modelli per la famiglia delle grosse adventure austriache, ma fra tutti spicca il modello in titanio, molto compatto (si veda il confronto con l’originale in officina) ed esteticamente avvincente per via del metallo pregiato, del fondello a doppia uscita lavorato tramite idroformatura caratteristico dei prodotti HP Corse e della bellissima protezione paracalore in carbonio.
È ovviamente omologato Euro 4 e si monta slip-on direttamente al collettore originale in pochi minuti. Le specifiche parlano di prestazioni migliorate ai bassi e medi regimi, ma non è sinceramente quello che ci interessava visto il motore già esagerato della KTM.
Molto più importanti, dal nostro punto di vista, l’ingombro notevolmente ridotto, la migliore dissipazione del calore e il peso che passa da 6,5 a solo 3,1 kg, mantenendo un livello di rumorosità tutto sommato uguale (2 dB in più a 4.500 giri) ma con un sound molto più accattivante.
4 Specchietti pieghevoli Doubletake Mirror. Gli specchietti pieghevoli sono utilissimi nella guida in fuoristrada perché si possono togliere d’impiccio quando si guida in piedi e si salvaguardano in caso di appoggio a terra. Quelli definitivi li fa l’azienda americana Doubletake Mirror sfruttando un’idea tanto semplice quanto geniale: la base e il braccio sono componenti RAM Mount – il celebre sistema di supporti con sfere di gomma – su cui si innesta la parte con l’elemento riflettente fatta da loro.
Il risultato è uno specchietto che può essere regolato in un numero infinito di posizioni lungo più assi e la malleabilità dell’insieme è tale che sul sito dell’azienda fanno vedere che lo prendono a mazzate da baseball senza problemi (non abbiamo provato a replicare l’esperimento).
La forma dello specchietto è oblunga per facilitare la visione periferica e anche alle alte velocità rimangono stabili, senza alcun tipo di vibrazioni.
Bonus: essendo il sistema basato su componenti RAM Mount, si può montare temporaneamente un’action cam al posto di uno specchietto, così da poter effettuate riprese con angoli inediti oppure per fare dei motovlog.
5 Pedane ribassate e maggiorate SW-Motech. Con fango e acqua il supporto antivibrazione in gomma diventa rapidamente scivoloso, per cui conviene rimuoverlo subito. Senza arrivare a montare dei modelli da rally, conviene anche sostituire quelle originali con pedane più grandi e ben artigliate, che offrono un appoggio più sicuro durante la guida in piedi.
Le pedane ION della tedesca SW-Motech, oltre a essere costruite in robusto acciaio inossidabile, si montano utilizzando molle e bulloni originali, e offrono anche l’interessante possibilità di essere montate come le KTM oppure ribassate di 15 mm, utile per i piloti con la gamba lunga.
6 Rialzo parafango Touratech. Alzi la mano chi non si è mai impantanato al punto tale da ritrovarsi con la ruota anteriore bloccata per via del fango intrappolato fra pneumatico e parafango. Piuttosto che montare un parafango alto, che sulle grosse bicilindriche non sta mai bene e crea anche turbolenza alle alte velocità, abbiamo montato un pratico kit Touratech che alza l’originale di 15 mm. Costa relativamente poco, si monta in un attimo e risolve il problema alla grande, tanto che viene da chiedersi perché non ci abbia pensato direttamente KTM.
7 Protezione faro Puig. Il faro della Super Adventure è l’elemento più iconico (e controverso) del design di Kiska per questa moto. Si impone visivamente e il ricambio non sarà certo economico, fra LED e luci cornering: meglio proteggerlo con questo schermo in policarbonato, che può prendersi le pietre al posto suo ed è eventualmente sacrificabile.
Si monta e rimuove in pochi minuti, senza modificare nulla sull’originale. Da evitare le protezioni per il faro a griglia che profumano di rally, poiché in Italia non sono omologate per la circolazione stradale.
8 Appoggio maggiorato Touratech per il cavalletto laterale. Capita di volersi fermare in presenza di terreno cedevole e il cavalletto affonda inesorabilmente portandosi dietro tutta la moto. Invece di mettersi a cercare un sasso o un pezzo di legno, tanto vale montare questo appoggio maggiorato in alluminio anodizzato; bisogna solo prestare attenzione al fatto che, in virtù del maggiore spessore, la moto tende a stare meno inclinata.
9 Supporto per il GPS. È caro ma vale tutti i soldi che costa. Fresato e tornito da un artigiano tedesco, realizzato in lega di alluminio-magnesio anticorrosione, si installa dove è previsto che vada il pezzo KTM PowerParts, offrendo molta più stabilità e robustezza.
La piastra offre il classico pattern di fori secondo lo schema AMPS, su cui è possibile installare qualsiasi navigatore in commercio. Abbiamo montato il nuovo Garmin zūmo XT, l’ultimo arrivato dell’azienda americana, di cui abbiamo pubblicato la prova.
10 Adesivi per la protezione del serbatoio. Non è solo un vezzo estetico: gli adesivi sulle fiancate del serbatoio servono anche per aumentare il grip delle ginocchia quando si guida in piedi. KTM li offre solo neri e invece può essere l’occasione per scatenarsi un po’ a personalizzare la propria moto.
Quelli della catanese AZ Graphishop, in resina poliuretanica con stampa digitale su PVC adesivo, si sposano bene con la livrea originale e resistono alle intemperie e ai raggi solari.
11 Batteria agli ioni di litio Exide. Una batteria al litio consente di risparmiare parecchio peso rispetto all’originale, offrendo ottime doti di efficienza, sicurezza e durata. Quelle di Exide utilizzano il litio-ferro-fosfato (LiFePO4), la scelta migliore per via delle elevate prestazioni, della buona potenza di avviamento e della scarica costante del voltaggio, fino alla scarica completa.
Il ciclo di vita è più lungo delle batterie tradizionali e non necessita di manutenzione, salvo l’eventuale mantenitore di carica per il riposo invernale. È solo necessario ricordarsi, nel caso, di procurarsene uno adatto alle batterie al litio.
12 Spazio bagagliabile extra. Conviene sempre caricare i bagagli in diversi punti della moto, così da distribuire il peso e tenere bilanciate le masse dinamiche.
Abbiamo montato delle borsette per la barra paramotore prodotte dall’azienda artigianale Marselus della Repubblica Ceca, che ne ha a catalogo per varie marche e modelli. Sono abbastanza piccole, ma tornano utili per tenere gli attrezzi o dei guanti di ricambio (che all’occorrenza saranno pure belli caldi, essendo vicini al motore).
Sul serbatoio è presente una flangia per il sistema Tanklock di GIVI, comodissimo per montare una borsetta più piccola per la gita del fine settimana oppure quella più capiente per i viaggi importanti, spesso corredata della borsa interna per fotocamera in cui mettere al riparo dagli scossoni e a portata di mano macchina fotografica, action cam e attrezzatura per il drone.
Infine sul portapacchi posteriore, a un ingombrante (e antiestetico) bauletto abbiamo preferito la borsa Ambato di Touratech, che si infila perfettamente nella piastra originale KTM e si fissa con due cinghie che si possono poi nascondere sotto la sella. Realizzata in cordura idrorepellente, offre 13 litri di capienza per le cose spicciole.
13 Dalle foto si evince l’ultima modifica che abbiamo apportato, consistente nella rimozione delle maniglie per il passeggero. Le abbiamo sempre trovate d’intralcio durante l’apertura dei coperchi delle valigie laterali e un paio di volte ci siamo pure andati a sbattere con la tibia montando in sella alla garibaldina. Vero che si perde un pratico appiglio per sollevare la moto in caso di caduta, ma ne rimangono altri (ad esempio i supporti per le valigie); secondo noi il gioco vale candela, perché visivamente il posteriore si alleggerisce e la moto diventa più filante.
L’operazione si fa in pochi minuti e basta tornire dei distanziali in metallo da mettere sotto il portapacchi al posto dello spessore delle maniglie. Non occorre neanche verniciarli, tanto rimarranno praticamente invisibili; le misure devono essere: diametro esterno 20 mm, diametro interno 8,2 mm, altezza 23 mm. In alternativa l’artigiano serbo Perun Moto vi invierà un kit pronto all’uso per poche decine di euro.
La moto è pronta, non resta che bagagliarla e partire per nuove avventure. Giusto il tempo di passare da un gommista ben fornito per montare gli pneumatici TKC 70 Rocks, gli ultimi arrivati di casa Continental che si presentano con un disegno al posteriore molto furbo. Ma ne parleremo solo dopo averli provati a fondo, con un test che pubblicheremo sulle pagine della rivista.