Appunti – Turismo e responsabilità politica

 

di Dario Tortora


La cronaca e l’attualità di queste settimane diventeranno parte di materiale storico che verrà studiato per indagare concetti come il tramonto di una grande potenza, le strategie e tattiche che hanno segnato vittorie e sconfitte, le figure eroiche e quelle vili, i leoni da tastiera (inaccettabili ora più di prima) che abboccano ad ami gettati ad arte.

Si tratta perlopiù di pensieri che credevamo di poter ignorare, nel nostro lussuoso codice mentale da Occidente ricco e democratico. Invece ci troviamo costretti ad assistere a una situazione intollerabile, che sta avvenendo dietro l’angolo in termini chilometrici ma lontanissima come attitudine.

Viene naturale interrogarsi su come possiamo agire nel nostro piccolo, non tanto ora nel momento dell’emergenza bellica quanto come progetto a lungo termine, per praticare la nostra passione motociclistica in modo che sia anche utile per le popolazioni che si trovano a vivere traumi di questo tipo.

La risposta è alla nostra portata e proprio noi che ci spostiamo liberi su due ruote la possiamo attuare facilmente: appena possibile, pianifichiamo un viaggio in questi Paesi, andiamo lì per fare acquisti presso piccole attività artigianali, dormire in sistemazioni a gestione familiare, mangiare negli stessi locali in cui si ritrova la gente del posto.

Impariamo allo stesso tempo a evitare i “luoghi eccezionali”, quelli che affollano le guide banali da lista di dieci cose da fare, dove la gente è resa scostante dalla frequentazione di troppi turisti affrettati e maleducati; andiamo sempre in cerca di esperienze in cui è possibile gustare atmosfere reali, modeste, interessanti, stimolanti.

Appena possibile, pianifichiamo un viaggio in questi Paesi

Quando nel 2017 abbiamo fondato il progetto editoriale di RoadBook dedicato ai viaggi-avventura in moto ci siamo dati proprio questo obiettivo: narrare e condividere il gusto dell’esplorazione in sella verso le mete meno scontate, in direzione di luoghi poco battuti dalle ruote di massa, alla ricerca del genuino.

Perché siamo convinti che più di altri abbiamo la possibilità di farci travolgere dal torrente dell’empatia, dallo scambio, dall’incontro fortuito a bordo strada. Dopo un viaggio come questo magari non si sarà visto nulla che valga la pena di raccontare ai colleghi, ma si sarà annusata la meraviglia della complessità dell’avventura umana su questo pianeta.

Editoriale pubblicato su RoadBook 29