Appunti – Tetrao urogallus

di Marco Manzoni


Il Passo delle Erbe è un valico alpino delle Dolomiti che raggiunge i 1.987 m s.l.m. e che mette in comunicazione la Valle Isarco con la Val Badia. La strada che lo percorre è piuttosto stretta, dall’aspetto secondario, panoramica e sicuramente meno nota al turismo di massa rispetto ai più famosi passi Gardena, Pordoi, Sella ecc.

Questo lo rende uno dei miei passi preferiti da quelle parti perché consente un’immersione nella natura meno frenetica e più contemplativa. È una strada che mi piace percorrere lentamente con il casco modulare aperto, godendomi il paesaggio e gli odori della montagna: dall’erba dei pascoli, al profumo intenso dei boschi di conifere. Mi mette tranquillità e amo in questo contesto fermarmi a scattare delle foto alla moto e ai panorami.

L’ultima volta che ho avuto modo di percorrerlo era una delle prime giornate soleggiate di primavera, le temperature in quota erano piacevolmente intorno ai 10° C e avrò incrociato al massimo una o due macchine in venti chilometri.

Il gallo cedrone o urogallo (Tetrao urogallus) è un uccello della famiglia dei Phasianidae. In Italia è estinto sulle Alpi Occidentali mentre è ancora presente sulle montagne di Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli. Purtroppo però è in costante diminuzione in tutto il continente europeo.

È il più grande dei tetraoni e misura circa 70 cm in lunghezza, possiede un’apertura alare di 1,30 m, la coda è di 35 cm e si apre minacciosa a ventaglio quando si incazza coi motociclisti che sostano inconsapevoli nel suo territorio. Non è timoroso dell’uomo e anzi incede deciso per allontanare o, nel caso, attaccare chi lo minaccia.

Mi trovavo fermo con la moto a margine di un tornante, cercando invano la posizione corretta per il cavalletto quando con la coda dell’occhio intravedo una presenza alle mie spalle comparsa dal nulla. Mi giro e mi ritrovo questo pennuto furente a un metro dalle gambe che mi punta con le ali spiegate, la coda aperta e un becco enorme.

Il gallo cedrone è il più grande dei tetraoni e misura circa 70 cm

Tanti saluti al sangue freddo: mi faccio prendere dal panico, ingrano la prima e scappo a gambe levate, allontanandomi di una cinquantina di metri dietro una curva. Peccato che fossi parcheggiato nella direzione sbagliata. Devo tornare indietro.

Faccio quindi inversione e mi riavvicino piano piano con gli occhi bene aperti: sembra se ne sia andato. Imbocco il tornante, ma eccolo lì, mi aspettava in agguato all’interno della curva e riparte all’attacco. Sono allo stesso tempo incuriosito e basito. Ci ho messo un attimo a capire che animale fosse e alla fine, dopo lo spavento iniziale, la curiosità di vedere un esemplare raro ha preso il sopravvento, mi sono quindi fermato a distanza di una ventina di metri per osservarlo meglio.

Alla fine, fortunatamente non è successo niente, ce ne siamo andati ognuno per la sua strada e a me è rimasto l’epico racconto di quella volta che «grazie al mio coraggio, sono sopravvissuto all’attacco di una bestia feroce nel bosco»!

Cose Che Capitano pubblicato su RoadBook 30