Appunti – AAA cercasi motocicletta

 

di Dario Tortora


A marzo 2022 ricorrono due anni dall’inizio della pandemia causata dal virus SARS-CoV-2, con le conseguenti restrizioni alla libertà di movimento e i necessari mutamenti alle nostre abitudini. In poco più di 700 giorni sono cambiate tantissime cose e si sono diffusi nuovi modi di interagire sia per quanto riguarda la sfera dei rapporti personali sia per il mondo del lavoro.

Proprio in questo ambito ha preso piede il cosiddetto smart working, che potremmo correttamente tradurre non tanto in lavoro “intelligente”, quanto in agile, dinamico. Tutti aggettivi che presuppongono mobilità, perché si lavora più spesso da casa, ma anche da posti sempre diversi, a distanza, da dove capita. Diventa quindi necessario dotarsi di un mezzo di spostamento altrettanto smart e non a caso le due ruote motorizzate, dopo anni di stagnazione, stanno conoscendo un periodo di grande successo, perlomeno stando ai numeri di vendita diffusi regolarmente da ANCMA.

Eppure non è tutto oro quello che luccica, perché allo stesso tempo pare esserci difficoltà a trovarle, le moto. Dai concessionari scarseggiano e le liste di attesa per certi modelli si misurano in mesi; per non parlare di ricambi e accessori la cui carenza, soprattutto dei primi, rischia di lasciare a piedi il malcapitato proprietario che si era presentato in officina per un semplice tagliando.

Le cause sono principalmente due, riconducibili alla crisi dei semiconduttori (di cui ogni moto ormai è piena, fra centraline, iniettori, display, sensori di sicurezza) e all’aumento spropositato dei costi delle materie prime, dell’energia e dei trasporti via container. Quest’ultimo è più che decuplicato negli ultimi tre anni; sì avete letto bene: più di dieci volte tanto in 36 mesi. E non si pensi che la cosa riguarda solo i marchi di moto orientali: provate a comprare un treno di pneumatici e vedrete il prezzo.

Le liste di attesa per certi modelli si misurano in mesi

Le risposte a questi problemi non saranno di facile attuazione per motivi che esulano dalla ragion d’essere di queste pagine, ma viene da chiedersi allora da dove vengono i numeri di vendita in crescita. Certo, molti saranno scooter per i trasferimenti urbani, ma è anche possibile che i fatti appena esposti siano una chiave di lettura per interpretare il successo di nuovi costruttori (spesso di provenienza cinese, ma non solo) che fino a pochi anni fa difficilmente sarebbero stati presi in considerazione, magari per pregiudizio. Insomma, chi cerca una moto prende quella che è disponibile sulla piazza e così facendo magari risparmia pure qualcosa, che di questi tempi male non fa.

A quanto pare il nuovo mondo “post Covid” sta rivoluzionando le nostre vite, ma sta anche ridisegnando la mappa del mercato a due ruote, probabilmente in maniera irreversibile. Di solito, dopo qualche scossa di assestamento, un nuovo equilibrio è sempre una buona notizia.

Editoriale pubblicato su RoadBook 28