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Padre e figlio su BMW premiati da Garmin

Fra i premiati al concorso Beat Yesterday di Garmin c’è anche il giovane Nicolò Pancini, che ha in programma un lungo viaggio insieme al padre su due BMW R80 G/S d’epoca. L’abbiamo incontrato in occasione della presentazione del progetto per scoprire che, come sempre capita, l’avventura contempla molte incognite e poche certezze.

di Dario Tortora


Con i Beat Yesterday Awards Garmin Italia premia da un lustro i progetti più ambiziosi, quelli di persone comuni che cercano di compiere imprese speciali, non tanto in assoluto o come gesto sportivo estremo, ma come sfida a se stessi.

Nell’anno delle bocce ferme – come l’ha soprannominato l’amministratore delegato di Garmin Italia, Stefano Viganò – il format del concorso è stato rinnovato nella forma, mettendo al centro della narrazione la progettualità spinta dalla passione. Il riconoscimento non mira quindi a eleggere il migliore, ma a premiare chi si fa forza con la volontà di non fermarsi a ciò che è, per scoprire chi vuole essere veramente.

È uno spirito che ci piace molto ed è perfettamente allineato con le storie che ci piace raccontare su RoadBook. Ci ha fatto ancora più piacere scoprire che fra le oltre 250 candidature giunte quest’anno, Garmin ha selezionato anche un progetto che ha che fare con un viaggio in moto.

È quello che vuole realizzare il quasi trentenne Nicolò Pancini insieme al padre Gianni in sella a due BMW R80 G/S del 1986 e del 1989, una normale e una Paris Dakar, entrambe rigorosamente di serie. Garmin, dal canto suo, fornirà due navigatori zūmo XT (che abbiamo provato a fondo su RoadBook 20) oltre a tutta la strumentazione e il know-how necessari per il viaggio.

«L’amore per il motociclismo mi accompagna da quando ero bambino, mi è stato tramandato da una delle persone più importanti della mia vita, che stimo molto e che mi ha permesso di scoprire e coltivare grandi passioni: mio padre. Ed è per questo che vorrei portare a termine questo viaggio con lui» – racconta Nicolò – «Partendo da Cairo Montenotte, dove abitiamo in Liguria, ci piacerebbe circumnavigare il Mediterraneo tenendo sempre il mare alla sinistra».

Mentre lo racconta alzo un sopracciglio, perché mi vengono in mente almeno tre punti dove la situazione geopolitica rende impossibile realizzare un progetto così ambizioso. «È vero, dovremo giocoforza rivedere i piani. Potremmo realizzare due “semicerchi”, metà un anno e metà l’anno successivo. Oppure, chissà, cambiare ancora e raggiungere Dakar al seguito del rally benefico Rust2Dakar. L’importante è mettere le ruote sulla sabbia».

L’importante è mettere le ruote sulla sabbia

Mi chiedo se la voglia di sabbia non sia dovuta alla presenza del tutor messo in campo da Garmin, come nella tradizione del concorso Beat Yesterday. Nel caso specifico si tratta del campione (di manetta e di simpatia) Alessandro Botturi, che con l’entusiasmo che lo contraddistingue dispensa preziosi consigli ai due, utili per affrontare i numerosi chilometri di deserto.

Alessandro sarà una guida perfetta per quei territori che conosce bene e che lui stesso non vede l’ora di riattraversare a velocità “normali”, così da poterne assaporare meglio tradizioni, costumi e… cucina.

Ci scambiamo la promessa di tornare a raccontare il viaggio sulle pagine della rivista, a ruote ferme. L’entusiasmo dei tre è contagioso, tanto che io stesso vorrei partire insieme a loro. Siamo a fine dicembre in un hotel a Milano, il cielo è grigio, tira aria da neve e ci aspetta l’ennesimo lockdown, ma con la mente siamo già proiettati verso l’orizzonte.

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