Beppe Fierro - Assefocale

RoadBook e l’educazione stradale dei motociclisti di domani

Lo scorso mercoledì 13 novembre si è tenuto, presso la biblioteca comunale di Parabiago (MI), un incontro dedicato alla sicurezza stradale per gli studenti del liceo Cavalleri. L’incontro, organizzato e condotto dall’assessore alla sicurezza Barbara Benedettelli, è coinciso con la Giornata Mondiale in ricordo delle Vittime della Strada e ha avuto come oggetto i comportamenti errati, potenzialmente rischiosi per la vita di tutti.

di Antonio Femia


Gli interventi degli ospiti, alternati alla proiezione di filmati di sensibilizzazione, hanno contribuito ad affrontare il tema della sicurezza stradale da diversi punti di vista. Elisabetta Cipollone, madre del compianto Andrea De Nando, ha esposto la sua esperienza di madre di una vittima della strada, raccontando la dinamica dell’incidente che ha cambiato la sua vita, portandola a promuovere incontri sull’educazione stradale tramite l’associazione che ha fondato in memoria del figlio, nata per realizzare il sogno del ragazzo di realizzare pozzi di acqua potabile per le popolazioni svantaggiate.

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La polizia locale, rappresentata dall’ufficiale Angelo Imperatori e dall’agente Massimo Restelli, ha affrontato il tema dal punto di vista dell’educazione stradale, entrando nel merito delle conseguenza penali e riportando esperienze ed esempi concreti vissuti sulla strada. Molto interessante, e a tratti comica, la dimostrazione in cui tre studenti, invitati dagli ufficiali a salire sul palco, hanno provato a districarsi in una gimcana di birilli indossando occhiali che alterano la percezione visiva, simulando gli effetti di alcol e cannabis.

A riportare la prospettiva del motociclista insieme a Emanuele Villantieri, team manager e pilota amatoriale, c’eravamo anche noi di RoadBook: insieme abbiamo parlato dell’importanza dell’abbigliamento tecnico, con particolare attenzione a guanti e paraschiena, facendo notare come sul mercato siano disponibili prodotti che garantiscono la giusta protezione senza sacrificare lo stile a cui, in giovane età, è difficile rinunciare. Si è illustrato il modo corretto di allacciare il casco e come questo debba aderire alla testa senza interferenze con cappellini e simili, e senza lasciare lo spazio per infilarci un telefono. Si è inoltre esortato all’uso di interfoni per comunicare e di supporti per smartphone per chi lo usa come navigatore.

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L’assunto finale e più importante è l’attitudine mentale e la consapevolezza di essere “abitanti” della strada, parte attiva e responsabile: la velocità è bella ma esistono luoghi deputati a esprimerla, come le piste e i tracciati. Sulle strade pubbliche, al contrario, è meglio muoversi con attenzione interpretando con anticipo le mosse degli altri veicoli e dei pedoni. In fondo, è anche grazie a una guida responsabile se siamo tornati sempre a casa dopo migliaia di chilometri.