Queen Trophy 2019, nel cuore verde d’Italia

Del maggio “autunnale” 2019 si parlerà a lungo, per le continue bizze atmosferiche che hanno flagellato lo Stivale senza soluzione di continuità. La pioggia ci ha messo lo zampino, ma non ha impedito a oltre cento partecipanti di vivere questa esperienza di adventouring in centro Italia. L’organizzazione, con il patrocinio FMI, ha messo a punto un percorso che si è sviluppato lungo alcune tra le più belle strade a fondo naturale di Umbria, Abruzzo e Marche, e che ha visto, nonostante l’inclemenza degli elementi, tutti i partecipanti raggiungere il traguardo finale.

Il Queen Trophy punta molte delle sue carte sulla valorizzazione del territorio, sulla qualità delle proposte enogastronomiche e, grazie al turismo-avventura in moto, vuole restituire alla normalità quei luoghi martoriati dalla tragedia del terremoto. Una delle peculiarità dell’evento è quella di creare una sorta di continuità tra le edizioni che si susseguono anno dopo anno.

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L’edizione 2019 ha infatti preso il via da Bevagna, punto di arrivo dell’anno precedente. Da qui, la carovana dei partecipanti si è spostata a Vallo di Nera, attraversando l’Umbria per entrare in Abruzzo fino a Pizzoli (a pochi chilometri da l’Aquila), prima di terminare la sua corsa a Verchiano, nelle Marche.

I 420 chilometri si sono snodati lungo un percorso con tre varianti: Soft (60% off road), Standard (70%) e Hard (80%) concepito per permettere ai più esperti di dare sfogo alla loro passione.

Per sterrate e declivi

Nella mattinata di sabato, dopo le formalità relative alle operazioni di registrazione, il gruppo si sposta tra i vicoli e le scalinate storiche di Vallo di Nera, luogo deputato per la partenza ufficiale. La tappa offre una coinvolgente alternanza di tratti sterrati, borghi suggestivi, asfalto e boschi dal verde intenso, dove predominano querce, faggi e abeti.

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Da Leonessa ci si sposta verso Borbona e, da qui, si entra di fatto in Abruzzo. Il percorso si fa più impegnativo, a causa delle piogge che rendono scivoloso il fondo delle sterrate, e l’impegno dei partecipanti viene premiato con i piatti della tradizione locale dell’Agriturismo Cupello di Cagnano Amiterno.

La seconda parte della tappa si snoda attraverso un tripudio di curve e controcurve, che portano i partecipanti a toccare quota 1.350 metri di altitudine. I piloti sono messi alla prova da un altro tratto impegnativo, seguito da una sosta a Cittareale e poi ancora sterrate fino a Cascia. Il cimento continua, lungo un ghiaione ascendente che richiede abilità e determinazione e all’interno di una serpentina che si incunea nella macchia di lecci. Poi il bosco si apre, offrendo alla vista la corona dei monti, sovrastati dal Vettore che circonda Norcia, meta di questa prima giornata di fatiche e divertimento, la quale si conclude con un desco luculliano al Casale degli Amici.

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La domenica mattina, una leggera pioggia, e le previsioni meteo tutt’altro che favorevoli, inducono alcuni partecipanti ad anticipare il rientro mentre, per chi non demorde, restano a disposizione le sterrate da affrontare con una bruma quasi autunnale a fare da scenografia. La carovana si muove tra i saliscendi dei dintorni di Norcia, salendo a Riofreddo e a Valcaldara prima di terminare la sua corsa a Verchiano.

Tavolata finale

A suggellare l’epilogo del Queen Trophy 2019 ci pensa la tavolata finale, approntata dall’organizzazione per rifocillare e ringraziare tutti i partecipanti che hanno deciso di portare a termine la cavalcata senza farsi intimorire dall’umore del meteo. A questa edizione dell’evento sono state invitate, come apripista d’eccezione, Silvia Giannetti, già concorrente alla Dakar e oggi impegnata nella raccolta fondi per le popolazioni del Sud America grazie ai suoi “Social Tour” e Miriam Orlandi, viaggiatrice solitaria di lungo corso, la quale racconta delle sue esperienze sul sito Io Parto.

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Gli ospiti si sono detti sorpresi del risultato ottenuto da questo evento che, nonostante sia solo al secondo anno di vita, ha dimostrato decise potenzialità di crescita e coinvolgimento, la stessa passione che ha portato gli organizzatori a dedicare l’edizione di quest’anno alla memoria di Francesco Colombo, cittadino di Bevagna nonché tra i fondatori di Tucano Urbano.