Le traiettorie da disegnare, la ricerca continua dell’equilibrio, la direzione come conseguenza dello sguardo. Il flusso di coscienza di chi va in moto è terreno fertile per la riflessione filosofica, e c’è chi ha preso la cosa molto seriamente.
di Antonio Femia
Si è conclusa tra marzo e aprile 2025 l’iniziativa “Pensieri in moto”, il primo laboratorio di pratica filosofica rivolto a motociclisti e promosso dal Triumph Owners Motorcycle Club Italia (TOMCC) in collaborazione con il Master in Consulenza Filosofica dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Il progetto ha offerto a piloti e passeggeri l’opportunità di partecipare a incontri individuali e di gruppo, sia in presenza sia online, in forma gratuita. Guidati da Eva Galdabino – membro del TOMCC e tirocinante del master universitario – i partecipanti sono stati accompagnati in un percorso di riflessione condivisa ispirato all’esperienza del viaggio su due ruote.
Alla base dell’iniziativa c’è l’idea che la motocicletta non sia soltanto un mezzo, ma anche uno strumento per osservare il mondo da nuove prospettive e per interrogarsi sulla propria postura – fisica e mentale – rispetto alla vita.
Come evidenziato nel progetto di tirocinio che ha dato origine all’iniziativa, viaggiare in moto comporta spesso una condizione di solitudine attiva, di concentrazione e libertà, in cui emerge uno spazio mentale favorevole al pensiero critico.
Attraverso brevi sessioni di pratica filosofica, i partecipanti hanno potuto esplorare temi legati all’identità, al rischio, al desiderio di scoperta e al rapporto con la velocità, utilizzando il dialogo come strumento di consapevolezza e di condivisione.
Il laboratorio ha inoltre voluto proporre una visione ampliata della cultura motociclistica, sottolineandone le potenzialità educative e sociali, al di là degli stereotipi.
Il progetto si inserisce in una più ampia riflessione sul valore simbolico e sociale del viaggio in moto, richiamando riferimenti culturali, filosofici e letterari che da tempo associano l’esperienza motociclistica a una forma di ricerca personale.
L’iniziativa ha anche rappresentato un’occasione per valorizzare il ruolo dei motoclub come luoghi di relazione autentica, in cui la passione si intreccia con la possibilità di pensarsi e raccontarsi in modo nuovo.