La 2 giorni del Rally di Sicilia

La 2 Giorni – Rally di Sicilia è un evento dedicato alle adventure bike e si svolge a maggio, il mese più bello per gironzolare tra le campagne dell’isola. Il racconto del nostro inviato all’edizione 2025.

di Klaus Nennewitz – foto Daniele Onorato, Klaus Nennewitz


L’Italia settentrionale pullula di rally raid non competitivi per maxienduro tanto che, in piena stagione, si ha l’imbarazzo della scelta tra i tanti della HAT Series, gli Swank Rally, la Transitalia Marathon, il Lamas Rally e decine di altri. Tra gli ospiti di questi eventi figura spesso Salvo Pennisi, responsabile del centro prova pneumatici due ruote Metzeler/Pirelli di Giarre (CT).

Stavolta è lui a chiamarmi, cogliendomi di sorpresa: «Vieni con noi? Andiamo a fare La 2 Giorni – Rally di Sicilia». Esiste un evento con le maxienduro in Sicilia? Mi dev’essere proprio sfuggito, visto che nel 2025 è già alla quarta edizione!

Da recidivo degli eventi ormai affermati del Norditalia, ero molto curioso di scoprire cosa può riservare una manifestazione adventouring sulla più grande isola italiana. Soprattutto a maggio, quando tutto fiorisce.

Al via della 2 Giorni – Rally di Sicilia

Detto, fatto! Una Kove 800X e una KTM 890 Adventure R mi aspettano all’autodromo di Pergusa, vicino a Enna, dove la squadra di Pennisi svolge le prove in pista. È da qui che, la mattina del sabato, ci ritroviamo per la partenza insieme a più di 200 moto, sotto un cielo fortunatamente sereno dopo la pioggia dei giorni precedenti.

C’è di tutto: moto da viaggio gommate da strada con tanto di borse e bauletti, altre invece preparate come se dovessero partire per l’Africa, poi classiche moto da enduro. Per colazione ci viene offerto un fantastico assortimento di dolci locali, purtroppo accompagnato da una musica a volume esagerato. Scappiamo!

Per i primi chilometri dopo la partenza c’è un discreto caos di moto che arrivano da tutte le parti: non era indicata la direzione da prendere sul percorso ad anello e c’era anche l’incertezza dovuta al fango sul percorso: il sabato andava fatto il giro del primo giorno o del secondo?

Siccome la partenza non era scaglionata, poi, ci troviamo in mezzo a una miriade di moto già fin dai primi chilometri. Alla prima pozzanghera sul terreno argilloso troviamo il primo tappo, creato dalle moto in assetto da weekend al mare che avanzano al rallentatore di traverso sul fango.

Serve coraggio per non perdere la giornata: ci buttiamo dentro la buca più profonda per superare la coda. Siamo già belli che infangati ma abbiamo la strada un po’ più libera e possiamo goderci il percorso Hard che punta verso sud: salite e discese bellissime con fondo terroso, a tratti leggermente bagnato e senza polvere.

Ogni tanto saltiamo i tratti più difficili della traccia per guadagnare tempo sulla variante più semplice, il percorso Soft. Passiamo sulle sponde del lago Olivo, un posto meraviglioso, un paradiso con tanto di piccolo borgo abbandonato; ci diciamo per scherzo che verremmo tutti a vivere qui.

A maggio la campagna della Sicilia scoppia di colori e profumi, e scintilla di verde dopo le piogge abbondanti di fine inverno. Percorriamo delle salite tra boschi di pini e querce che mai mi sarei aspettato in questa terra, tra paesaggi che mi ricordano molto la California.

Adventouring sulla più grande isola d’Italia, quando tutto fiorisce

La Kove 800X è un giocattolo su questi percorsi: il peso basso e i volumi contenuti permettono una maneggevolezza esagerata, consentendo di affrontare le salite impestate di pietre come su una moto da enduro specialistica.

Gli amici del centro prove Pirelli/Metzeler l’hanno noleggiata appositamente per me: si tratta di un modello 2024 con circa 10.000 km all’attivo. In quella versione la mappatura del sistema di alimentazione e accensione non era ancora a punto, il che spiega il fastidioso on/off di cui soffre la moto che guido; anche le sospensioni sono piuttosto insensibili e dure.

Di recente ho provato in Germania il modello 2025 e devo dire che il mapping del propulsore è migliorato di molto. Le gomme Metzeler Karoo 4 sono sempre una garanzia su una maxienduro e si sposano molto bene con il DNA sportivo della moto cinese.

Dopo il rifornimento a Mazzarino continuiamo sulla traccia che raggiunge il giro di boa meridionale vicino a Niscemi (CL), a pochi chilometri dal mare di Gela. Al ristoro a metà percorso ci vengono servite altre prelibatezze siciliane.

Sulla via del ritorno facciamo un fuori programma per visitare il centro di Piazza Armerina (EN) dove in un bar incontriamo un vecchio amico: Maurizio Bombarda, titolare di BER Racing e importatore dei caschi Arai per l’Italia.

Ci perdiamo in storie di avventure in fuoristrada: Bombarda correva la serie Trans-AMA Motocross negli Stati Uniti a cavallo fra gli anni ’70 e ’80. Facciamo tardi e purtroppo non ci rimane tempo per visitare gli splendidi mosaici della Villa romana del Casale di Piazza Armerina, iscritta nel patrimonio UNESCO.

Concludiamo la parte finale della prima giornata dopo circa 250 km con tanta soddisfazione, dopo aver percorso stupende strade sterrate in luoghi sconosciuti al turismo di massa.

Rally di Sicilia: non c’è uno senza due

La seconda tappa di 190 km punta a nord con Capizzi (ME) come giro di boa. Partiamo per primi e, dopo aver cavalcato l’autostrada che collega Enna a Catania, ci troviamo ad attraversare paesaggi da Far West.

Saliamo sulle creste delle colline che regalano viste e panorami struggenti e spesso rallentiamo per godere a fondo della bellezza di queste terre sconfinate.

Dall’alto si vedono campi, boschi e fattorie per decine di chilometri, tutto messo insieme in un dipinto creato dalla natura che neanche il miglior pittore paesaggista avrebbe potuto disegnare meglio. Entriamo in un flow di amenità in cui,per brevi momenti, guidare la moto passa in secondo piano.

Ma il percorso completamente invaso dalla vegetazione altissima ci riporta alla realtà dell’avventuriero in moto. Avanzo a passo d’uomo tra erbe e felci che raggiungono anche due metri di altezza, davanti non vedo nulla e, se mi volto indietro, le moto che seguono sono sparite.

Un flow di amenità in cui guidare la moto passa in secondo piano

Proseguiamo su questa tratta per alcuni chilometri nei quali bisogna stare molto attenti perché il terreno siciliano offre spesso sorprese dovute a frane o smottamenti. Vicino ad Assoro (EN) passiamo su un vecchio ponte ferroviario; poco dopo ci toccano anche dei guadi.

Oltre Nicosia (EN) avanziamo verso nord in un paesaggio che ci fa pensare di essere sull’arco alpino. Anche i miei accompagnatori siciliani sono entusiasti della vista che si gode e ci fermiamo ogni tanto per ammirare le colline e le vallate erbose.

Durante questa seconda giornata guido una KTM 890 Adventure R: dopo un’adeguata regolazione delle sospensioni ho fra le gambe un mezzo veramente straordinario. Anche se un po’ più pesante della Kove, la KTM regala soddisfazioni straordinarie grazie a una ciclistica assolutamente top di gamma. Anche sulla moto di Mattighofen, le Metzeler Karoo 4 sono l’equipaggiamento ideale per le scorribande sugli sterrati della Sicilia centrale.

A Caprizzi, il nostro accompagnatore (e uomo Pirelli) Gianfranco Bruno ci regala un tour del centro della cittadina, nella quale ha passato gran parte delle sue vacanze da adolescente. Apprendiamo così della suggestiva processione delle reliquie del santo durante la festa di San Giacomo che si svolge ogni anno il 24 di Luglio.

Il percorso continua attraverso la parte occidentale dei Nebrodi e passa a fianco della riserva naturale Sambuchetti-Campanito sulla nuova SS117 Centrale Sicula che collega Santo Stefano di Camastra a Leonforte.

Dopo un bel pranzo a Nicosia, la cittadina che si avvolge intorno alle montagne, proseguiamo verso il traguardo su una strada abbandonata attraverso i campi, probabilmente asfaltata alcuni decenni fa per poi cadere in disuso.

Questi circa venti chilometri sono il pezzo più pericoloso di entrambe le giornate: la vegetazione copre spesso il percorso, ogni tanto manca proprio un pezzo di strada o vi si trovano gradini e salti che sono visibili solo un attimo prima di finirci sopra.

Guidando il gruppo come navigatore, questo tratto mi stressa parecchio ma viene ripagato da una visita fuori percorso a Calascibetta, precisamente al Poggio del Conte Ruggero d’Altavilla.

A quasi 700 metri di quota, ci si trova su un ponticello in vetro che si estende per cinque metri su un baratro alto trecento metri: per chi soffre di vertigini è davvero angosciante, ma è la degna conclusione di questi meravigliosi due giorni in terra di Sicilia in sella a delle maxienduro.

Grazie alla cultura sconfinata di Pennisi apprendiamo dell’insediamento dei Normanni a Calascibetta, proprio con Ruggero d’Altavilla, per il trentennale assedio della roccaforte di Enna culminato nel 1130 con la fondazione del Regno di Sicilia che unificava l’Italia Meridionale.

Storia, cultura, gastronomia e paesaggi unici: la Sicilia offre tanto per un raid fuori dai sentieri battuti. La 2 Giorni Rally di Sicilia organizzata da Lorenzo La Masa mi ha acceso una scintilla nel cuore. Complimenti allo staff di Siciliamotoraid: ritorneremo volentieri per esplorare l’isola ancora più a fondo.