Tempo fa avevamo intercettato in rete un viaggiatore molto particolare. Ci aveva scaturito una tale simpatia che, a distanza di due anni, abbiamo deciso di intervistarlo. Eccolo, in tutta la sua essenza.
di Valentina Bertelli
Viaggiare in moto è una passione talmente personale da risultare spesso difficile da definire univocamente. Tante le declinazioni che può assumere, specialmente oggi che numerosi strumenti mediatici consentono di ritrarre la propria dedizione. Non è difficile imbattersi in profili social ritraenti (moto)viaggiatori e paesaggi, spesso così distanti dai nostri da ammaliarci senza meno.
Tra questi spopola ormai da tempo un personaggio bizzarro quanto affabile e, perché no, “tenero”. Il perché è presto detto: Click Jones, diventato icona incontrastata senza nemmeno volerlo, non è un umano, bensì un personaggio Playmobil che gira il mondo con la sua maxienduro. L’avevamo intercettato due anni fa e ci aveva incuriosito a tal punto che non potevamo esimerci dall’intervistare un viaggiatore così indomito e ramingo.
RB: Ciao Click Jones, piacere di conoscerti! Il tuo profilo, interessante e fuori dalle righe, ci ha molto colpiti e siamo curiosi di scoprire qualcosa in più su di te. Raccontaci: quando hai iniziato a viaggiare e perché?
CJ: Ciao! È un piacere conoscervi e vi ringrazio per questa chiacchierata. Ho iniziato a viaggiare cinque anni fa, non appena scartata la scatola in cui ero riposto. Non ho una risposta esatta alla tua domanda, forse ho cominciato perché è nel mio DNA o, molto probabilmente, perché il ragazzo che ha acquistato la mia confezione ama a sua volta viaggiare, specialmente in sella alla sua moto.
RB: Beh, puoi ritenerti fortunato allora! Qual è stata la tua prima meta?
CJ: Il mio primo giro è stato breve in realtà. All’epoca vivevo a Siviglia e il mio “umano” mi ha portato ad Aracena, un bellissimo villaggio distante solo qualche centinaio di km. Chilometri di curve, però! Quindi, nel complesso, si è rivelata un’esperienza fantastica! Il (primo) grande viaggio, invece, è arrivato qualche settimana dopo. Il salto è stato notevole, poiché sono arrivato in Nuova Zelanda, ove ho guidato estasiato lungo entrambe le isole. Il Paese, i suoi paesaggi e anche le sue incredibili strade mi hanno stregato e vorrei tanto poterci ritornare.
Ho iniziato a viaggiare cinque anni fa
RB: Click Jones: ti abbiamo conosciuto come biker, ma hai sempre viaggiato su due ruote?
CJ: Sempre, anche se volo! Anche l’umano che mi accompagna viaggia solitamente in moto, nonostante in alcune occasione debba cedere ad altri mezzi di trasporto (un aereo, ad esempio, come accaduto per la Nuova Zelanda).
RB: La domanda sorge spontanea: qual è stata la tua prima moto?
CJ: La mia prima moto in assoluto è stata quella blu, con cui sono stato confezionato e che potete scorgere in molte delle mie foto. Nasce come una touring, ma ho voluto personalizzarla e ora è un mix tra una bobber, una café racer e una scrambler! Tuttavia sono modifiche reversibili, posso decidere di ripristinare la vecchia livrea e le caratteristiche originali quando ho voglia di viaggiarci, anche a lungo.
RB: Oltre alla “moto blu” ne hai anche altre? E qual è la tua preferita?
CJ: A oggi possiedo tre moto. L’originale, una maxitrail e una enduro. Adoro la prima, però devo confessare una predilezione per la maxitrail (che è anche più fotogenica!). L’enduro è la più divertente, ma viaggiarci è decisamente scomodo.
RB: In cinque anni hai viaggiato tanto: qual è il posto migliore in cui sei stato? O il tuo preferito?
CJ: È molto difficile dare una risposta… Sicuramente mi sono davvero divertito nell’attraversare le Alpi per raggiungere l’Italia, di cui mi hanno affascinato le Cinque Terre, e non solo. Anche i Pirenei come la costa settentrionale della Spagna sono posti fantastici. Così come l’Andalusia, da cui provengo. Ho già parlato della Nuova Zelanda, il mio amore per questa terra è palese quindi dubito di riuscire a selezionare un unico luogo. Posso, viceversa, indicare con sicurezza la città peggiore in cui mi sia capitato guidare: Nantes! Per quanto sia bella, troppi gli ostacoli su strada, che fanno passare la voglia di continuare.
Una volta un uccello ha cercato di mangiarmi
RB: Quando si viaggia, purtroppo, ci si scontra anche con i contrattempi, talvolta molto impegnativi. Ti è mai successo? Qual è stata la cosa peggiore che ti sia capitata?
CJ: Grazie a Dio non ho mai avuto grosse difficoltà. La cosa peggiore che mi sia accaduta è stata quella volta in cui i raggi della mia ruota posteriore si sono staccati, rendendo la guida un po’ pericolosa. Solitamente, invece, le più grandi difficoltà derivano dalla mia altezza. In Nuova Zelanda un weka (una specie di uccello) ha cercato di mangiarmi! A volte ammetto che è davvero difficile posare per una foto, così il mio amico umano è spesso costretto a sdraiarsi per ottenere un buono scatto.
RB: Click Jones, ti vediamo spesso ritratto da solo nelle tue foto. Ti piace la compagnia?
CJ: In realtà non viaggio mai da solo, perché il mio umano viene sempre con me. E so che anche lui non si sente tale, grazie alla mia compagnia. A volte viaggiamo per conto nostro, a volte accompagnati da sua moglie. Abbiamo anche un grande amico (che il mio umano ha rinominato “Bro”) che si aggrega spesso, il quale ha da poco acquistato una Indian Scout nuova di pacca, quindi prevedo delle grandi sgasate tutti insieme!
RB: I viaggi non sono viaggi se non si assaggia anche un po’ di cibo locale… Ti piace sperimentare quando sei all’estero? Hai delle preferenze?
CJ: Lascerò che sia il mio umano a rispondere, dato che per me tutto ha un solo sapore… di plastica! Ciao, sono “l’umano” e a me sì, piace provare le pietanze tipiche dei luoghi che visito. Sicuramente quello italiano vince a mani basse: la pasta in primis, che adoro in ogni forma e ricetta, tranne il pesce a cui sono allergico: niente spaghetti alle vongole per me.
RB: “Umano”, per favore, raccontaci qualcosa in più su questo progetto… Chi c’è veramente dietro Click Jones! E come hai deciso di “darlo alla luce”?
CJ: Ciao! Il mio nome è Luis, ho 37 anni e vengo da Huelva (Spagna). Amo i viaggi e le moto da che ho ricordi. L’idea di creare Click Jones è stata puramente casuale: era il 2012 e lavoravo a Casablanca. In quel periodo ho conosciuto per la prima volta degli overlander quali Ted Simon, Alicia Sornosa, Miquel Silvestre, Charly Sinewan e, naturalmente, ho scoperto “The long way round” e “The long way down”. Da lì l’idea di iniziare a viaggiare in moto, una volta tornato a casa, per poi condividere le mie esperienze. Tuttavia non volevo uniformarmi e farlo come gli altri, la mia intenzione era distinguermi. Così ho pensato potesse essere bello inventare un personaggio, un alter ego viaggiatore. Piano piano però, Click Jones ha iniziato ad avere una sua anima. Le sue avventure risultano molto più interessanti delle mie e nel frattempo ha anche sviluppato una sua personalità (lo so che a leggermi potrei sembrare pazzo!). Nel frattempo, ho scoperto un intero nuovo mondo, a soli 7 cm da terra!
Le più grandi difficoltà derivano dalla mia altezza
RB: Stando quanto hai appena detto, un’altra domanda ci viene spontanea: i tuoi amici prendono mai in giro te o il Playmobil?
CJ: Mi sarei sorpreso se, almeno all’inizio, non mi avessero ritenuto quantomeno bizzarro, ma tendenzialmente adorano Click Jones quindi, in realtà, godo del loro sostegno. Anche quando tocca aspettare i tempi di posa perché lo sto fotografando.
RB: Perché un Playmobil e non un LEGO?
CJ: Molto banalmente perché da bambino giocavo con i Playmobil e non con i LEGO. Nella mia ricerca di un alter ego mi sono ricordato di quel pupazzo con la moto che avevo e sono andato avanti finché non l’ho trovato, dotato di questa grande touring blu, perfetta per vivere mille avventure. Così ho capito subito che sarebbe stato lui!
RB: Luis, quali sono i tuoi progetti per il futuro (sia per te che per Jones, ovviamente!)?
CJ: Nonostante ci piacerebbe, sarà difficile per noi varcare i confini nazionali, quest’anno. Ma sono sicuro che macineremo km e km a zonzo per la Spagna! In un futuro non troppo lontano, ci vedo vagare in Islanda, Marocco, Tunisia e con un progetto classico per qualsiasi biker: la traversata dell’Europa fino a Capo Nord! Per quanto riguarda Jones, lui ha anche un’altra ambizione: riuscire a fare uno stoppie, e dirò che è molto vicino al riuscirci!
Questa grande touring blu, perfetta per vivere mille avventure
RB: Jones prima ci ha parlato di una moglie. Darai mai a lui una partner per il futuro? Forse una motociclista?
CJ: In realtà lui ha già una compagna, che però è un po’ timida. Jones la sta incoraggiando a creare un proprio account su Instagram. Come noi anche lei ama le moto e i viaggi, come pure la musica rock e le escursioni.
RB: C’è qualcosa che tu e Jones vorreste aggiungere? Qualcosa che magari non vi abbiamo chiesto?
CJ: Sicuramente che entrambi amiamo l’Italia! Ho trascorso un anno a Ferrara, in qualità di studente Erasmus tra il 2003 e il 2004. L’anno scorso, durante il nostro viaggio nel Belpaese, con partenza da Madrid, avevo intenzione di immortalare Jones, in sella alla sua moto, di fronte al Castello Estense. Alla fine, invece, abbiamo trascorso la maggior parte del nostro tempo tra le Cinque Terre e la Toscana – dove ho vissuto per un mese durante il mio Erasmus per imparare l’italiano – finendo per dover rientrare senza la possibilità di passare da Ferrara. Questo, però, significa che dovremo tornarci per scattare quella famosa foto!
RB: Luis, il tempo che ci hai dedicato è stato tanto e non possiamo che essere felici di averti conosciuto e di aver scoperto qualcosa in più di Click Jones. Gracias y hasta luego!
CJ: Gracias a ti per il tuo interesse in Click Jones.