Cinque domande a Andy Winkler, da solo alla Dakar 2025

Fisico minuto, sguardo vispo e dolce, modi gentili: Andy Winkler non ha certamente le fattezze del pilota da battaglia pronto per la brutalità della Dakar, eppure è in partenza per l’Arabia Saudita nella logorante categoria Malle Moto. L’abbiamo raggiunto per indagare le motivazioni che l’hanno spinto a tornare nel deserto.

di Dario Tortora


Una delle tante belle storie dalla Dakar 2022 fu la partecipazione del veterano Aldo Winkler (sette edizioni in terra d’Africa) insieme al figlio Andy, gran manico nel cross ma praticamente debuttante nei rally.

Elegantissimi nelle loro tute bianche e nere su cui spiccavano i loghi Nikon, Schuberth, Bell e gli altri marchi di cui sono distributori per l’Italia tramite le loro aziende, hanno coronato il sogno di vivere insieme un’avventura in grado di condensare il loro amore per la natura, i viaggi e ovviamente le motociclette.

Nel nutrito plotone di italiani che si cimenteranno nella Dakar 2025 spicca ancora il nome di Andy, questa volta da solo e iscritto alla categoria Malle Moto, la sfida suprema, quella in cui ogni pilota deve bastare a se stesso per tutta la durata della gara senza poter contare su alcun tipo di assistenza se non quella eventualmente offerta dai compagni di categoria e con le attrezzature e i ricambi che trovano posto nella famosa cassa da 80 litri.

Nella Malle Moto si corre durante il giorno per 500, 800 chilometri e all’arrivo al bivacco bisogna rimettere in sesto il mezzo e il pilota. Un’esperienza estenuante, una feroce privazione fisica (di cibo, di sonno), ma per ognuno dei partecipanti la vera vittoria consiste nel riuscire ad arrivare al traguardo e nessuno vorrebbe affrontare l’esperienza in modo diverso.

La Malle Moto è la sfida suprema

Andy Winkler alla Dakar 2025

RB: Dopo tanti anni di motocross, anche competitivo, ti sei affacciato ai rally. Come è nata questa decisione e quanto hanno influito i racconti di tuo padre Aldo sulle sue avventure alle edizioni africane?

AW: I racconti di Aldo mi hanno sempre affascinato, immaginatevi un bambino che sente le storie di gare in moto nel deserto, avventure e incontri con i Tuareg cosa può arrivare a immaginarsi. Sono cresciuto con questi sogni incredibili, ma allo stesso tempo anche con storie di grandi pericoli e raccomandazioni sulla pericolosità del deserto.

La decisione di fare i rally è stata fortemente influenzata da questi racconti, ho deciso di parteciparvi quando è diminuito in me l’impulso agonistico. Era anche un patto con la mia famiglia: sono in cerca di grandi avventure e di vedere posti bellissimi in moto, ma cercherò il più possibile di stare lontano dai pericoli di cui ho tanto sentito parlare.

RB: Nel 2022 hai partecipato alla Dakar in Arabia Saudita proprio insieme a tuo papà e ricordiamo con affetto il tuo sguardo preoccupato quando, al termine della nona tappa, lo aspettavi al bivacco e lui tardava. Scoprirai solo al suo arrivo dell’incidente con Tiziano Internò, per fortuna non gravissimo ma sufficiente a porre fine alla sua esperienza. Quest’anno parteciperai da solo, ma cosa porterai dentro di te di quell’episodio?

AW: Nel 2022 i momenti in cui ero da solo – tutti non voluti – sono stati anche quelli di più grande preoccupazione. Ora cercherò di godermi al massimo questa esperienza da solo anche se, ne sono sicuro, penserò tantissimo agli indimenticabili ricordi con Aldo; cercherò di ricordare soprattutto i consigli utilissimi che mi dava in continuazione!

RB: Quest’anno torni alla Dakar per la seconda volta, oltretutto nella massacrante categoria Malle Moto senza assistenza. Cosa ti ha spinto a riprovarci?

AW: Dopo la Dakar con Aldo mi è rimasta ancora un po’ di acquolina in bocca. Ho tantissima voglia di vivere in prima persona le avventure di cui sentivo tanto parlare, compresa quella di trovarsi da solo nel deserto e doversela cavare con le proprie forze. Credo che per me sia una sorta di viaggio spirituale.

Inoltre, ho deciso di affrontare la Malle Moto anche come stimolo per appassionarmi di meccanica. Non ho mai messo molto le mani sulla moto, ma penso che, per godersi al massimo questa passione, la si debba esplorare a 360 gradi. Quest’anno ho fatto grandi progressi e mi sta piacendo sempre di più anche questo aspetto.

Per me è una sorta di viaggio spirituale

RB: Dando per scontata la manetta, come ti sei preparato da un punto di vista organizzativo? Nella famosa cassa pensi di avere attrezzature e ricambi a sufficienza e ti sei fatto consigliare da qualcuno? 

AW: Devo dire di essermi impegnato tantissimo per avere tutto organizzato e pronto per qualsiasi evenienza. Ho chiesto consigli a tutti e Tiziano Internò è stato il mio mentore per organizzare la cassa, suddividendola in cassette con tutti i tipi di ricambi. Ho anche preparato una checklist, come quelle che usano i piloti di aerei, con tutte le cose da controllare e sistemare ogni giorno.

RB: Aldo ti seguirà dal divano di casa. Ti sta dando molti suggerimenti e raccomandazioni oppure fa apparentemente finta di niente?

AW: Ormai è un anno che Aldo e io ci troviamo la sera in garage: prepariamo, ci raccontiamo e condividiamo. È bellissimo vivere questi momenti insieme ed è una splendida scusa per passare del tempo immersi nella nostra passione. La maggior parte dei discorsi sono raccomandazioni: sicuramente è un po’ preoccupato, ma chi può capirmi meglio di lui?