BMW R 1250 GS Adventure, maneggevolezza sostenibile

Si è svolto lungo le strade della Lunigiana il test riservato alla stampa della nuova BMW R 1250 GS Adventure, presentata all’ultimo salone del motociclo di Milano. C’eravamo anche noi e vi raccontiamo le nostre impressioni in sella.

di Antonio Femia


BMW corre veloce nella diffusione delle novità: non sono passati neanche due mesi dalla presentazione del nuovo motore ShiftCam da 1254 cc, che già lo troviamo a bordo della versione avventurosa della Gelände/Straße. Della R 1250 GS in versione standard e delle caratteristiche tecniche del nuovo motore abbiamo parlato ampiamente sul numero 9 di RoadBook. Qui vogliamo invece parlarvi delle sensazioni di guida su strada della versione Adventure che, lo diciamo subito, non ha mancato di sorprenderci.

Ingombrante sì, ma leggera

La prima cosa che salta all’occhio – e incute timore a un peso piuma come lo scrivente – è la mole spropositata della moto, accentuata dal serbatoio da 30 litri che sporge fino a coprire interamente le gambe del pilota e la cui imponenza è accentuata dalle robuste barre di protezione delle testate motore. La BMW R 1250 GS Adventure è grossa davvero, ma i suoi 270 kg sembrano dissolversi non appena si sale in sella; non è solo una questione di peso percepito, ma di agilità nei movimenti: manovre di parcheggio, inversioni di marcia in strade di campagna, rotatorie e incroci non sono affatto l’incubo che ci si aspetterebbe da un mezzo così pesante.

I 270 kg sembrano dissolversi non appena si sale in sella

Va da sé che anche la guida si faccia divertente e gustosa: la Adventure trasmette fin da subito il senso di sicurezza e affidabilità che può dare una moto che si guida da tanto tempo e che si conosce bene, senza però la noia del già provato. La ciclistica è indiscutibilmente ottima grazie anche alle sospensioni Dynamic ESA (disponibili come optional) che lavorano adattandosi in tempo reale al fondo stradale, al carico e al tipo di guida, dando l’impressione di correre su un fondo migliore di quanto non sia davvero.

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La prova si è svolta sulle strade della Lunigiana in un percorso che alternava tratti di misto stretto a sezioni più allegrotte con curve veloci, senza farsi mancare un paio di passaggi in autostrada e centri urbani: in ognuna di queste situazioni la guidabilità e il comportamento della moto è stato impeccabile.

Può piacere o meno, ma la solidità dell’avantreno offerta dal Telelever dà l’impressione di poter affrontare qualsiasi terreno e angolo di piega senza battere ciglio, almeno fin quando non si incorre negli inevitabili disassamenti e sbandate per scanalature nel fondo: solo in quel momento il senso di onnipotenza viene ridimensionato dal ricordo di avere una sola ruota all’anteriore. Trattandosi di strade di collina, non sono mancate un paio di situazioni limite, con voragini e radici in piena curva: l’anteriore assorbe senza scomporsi, ma lo scossone sembra arrivare dal nulla spiazzando un po’ il pilota che, fino a quel momento, aveva l’impressione di correre sulle nuvole.

L’anteriore assorbe senza scomporsi, ma lo scossone sembra arrivare dal nulla

L’escursione delle sospensioni di 210 mm all’anteriore e 220 mm al posteriore sono comunque più che sufficienti per un uso misto e versatile su diversi tipi di fondo. La frenata, potente e ben modulabile, è affidata sull’anteriore a pinze radiali a 4 pistoncini che agiscono su doppio disco da 305 mm, mentre al posteriore troviamo una pinza flottante a due pistoncini che insiste su un disco da 276 mm. Il tutto controllato da un ABS integrale escludibile e ben calibrato: chi scrive usa molto il freno posteriore e in più di un’occasione il dispositivo è entrato in funzione con effetti positivi.

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Comodi e protetti

La guidabilità della BMW R1250 GS Adventure non deriva solo dalla sua ciclistica ma da altri elementi, primo tra tutti la triangolazione manubrio/sella/pedane, con un manubrio ampio che permette di imprimere senza sforzo la leva necessaria a piegare rapidamente e, altrettanto velocemente, invertire la traiettoria. Va detto che la guida in piedi, sebbene leggermente sbilanciata in avanti, è comunque agevolata dal serbatoio che, paradossalmente, risulta particolarmente esile in corrispondenza delle ginocchia.

I due allestimenti provati, Exclusive e HP, differiscono, oltre che nella livrea, per pochi sostanziosi dettagli: sella più imbottita e regolabile in altezza, parabrezza più ampio per il primo, sella corta e bassa (non regolabile) e parabrezza più ridotto per il secondo, che sostituisce la precedente versione Rallye.

Tra i due, l’Exclusive è l’allestimento che più ci ha convinto per le lunghe percorrenze: la sella, simile a quella dell’allestimento base e regolabile senza attrezzi in pochi secondi, permette di toccare terra con entrambi i piedi e non stanca neanche dopo diverse ore di guida; il parabrezza ampio e regolabile in altezza con una manopola ripara bene e senza turbolenze, garantendo una buona visibilità della strada: si guida con la brezza in faccia, assaporando il rombo educato del boxer.

L’Exclusive è l’allestimento che più ci ha convinto per le lunghe percorrenze

Ne consegue che l’allestimento HP è consigliabile per chi intende fare dell’Adventure un uso più orientato all’off road spinto, con la possibilità di aumentare ulteriormente l’escursione delle sospensioni di 20 mm.

Non solo fasatura variabile

La novità sostanziale per l’ammiraglia della serie GS è rappresentata dal motore ShiftCam che – i tecnici BMW tengono a precisare – non è una semplice fasatura variabile, ma una vera e propria riprogettazione dei flussi dei gas all’interno della camera di scoppio. Il tutto consente, oltre alle basse emissioni, consumi ridotti e minor rumorosità grazie anche alla distribuzione ridisegnata.

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Ma a noi, più che i tecnicismi, interessa sapere come si viaggia col nuovo motore. Beh, va alla grande: l’erogazione è robusta e potente e il cambio di fasatura interviene senza stravolgimenti del comportamento. La guida risulta spontanea, quasi telepatica, con la moto che fa esattamente quello che si ha in mente. Ci si può distrarre a guardare il panorama senza bisogno di smanettare con le marce per procedere, mentre, nei tratti più guidati, la progressione e la cambiata sono esattamente come si vorrebbe che fossero e non si è mai troppo in alto o troppo in basso col contagiri.

Le mappature di serie sono soltanto due, Road e Rain, e a essere sinceri ci sono sembrate più che sufficienti per un uso turistico anche allegro della moto. Per gli animi più adrenalinici e i veri manici sono disponibili le mappe Dynamic Pro ed Enduro Pro, acquistabili all’interno del pacchetto che prevede ABS Cornering, il controllo dinamico della frenata e il controllo dinamico della trazione. Le sospensioni Dynamic ESA fanno invece parte del pacchetto Touring.

La guida risulta spontanea, quasi telepatica

Appare chiaro che proprio gli optional, in particolare la dotazione elettronica, sono un punto dolente: per avere una moto attrezzata di tutti i controlli necessari ad agevolare la gestione di 136 CV e 268 kg bisogna andare ben oltre i diciannovemila e rotti euro della dotazione di serie, rendendo l’acquisto ancora più impegnativo.

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Elettronica e strumentazione

La dotazione di serie è comunque più completa rispetto alla precedente 1200, dato che possiamo trovare il bel display TFT a colori da 6,5” dotato di connettività con gli smartphone, il controllo di trazione, l’assistente alla partenza in salita e i fari completamente a LED. Il display trasmette chiaramente le informazioni anche sotto la luce diretta del sole; comandato dal blocchetto sulla manopola sinistra è caratterizzato, oltre che dal tipico cursore ad anello, anche da un numero piuttosto abbondante di tasti tra cui, sulle prime, è facile smarrirsi.

Sul blocchetto destro spicca il tasto per la richiesta di assistenza, servizio opzionale di recente introdotto dalla Casa. Di serie l’accensione è prevista tramite chiave ma è possibile, tra i tanti optional, installare l’avviamento keyless.

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La BMW R 1250 GS Adventure, oltre che una moto grande, è sicuramente una gran moto, capace di regalare emozioni in tutta sicurezza e comodità come di far sentire chi la guida un dominatore della strada. Stupisce per la sua maneggevolezza tanto che, a guidarla davvero, il vero problema non è tanto il peso quanto le sue dimensioni, non ultima la larghezza di 98 cm. I 600 km di autonomia dichiarata sono tutti da verificare con un utilizzo sul campo, ma un motore così fluido fa ben sperare di poter fare 20 km con un litro, a patto di non spalancare troppo la manopola.

Far sentire chi la guida un dominatore della strada

Come previsto la R 1250 GS Adventure si riconferma l’emblema di quel mototurismo comodo ma pronto a lasciare l’asfalto per perdersi dove capita: non sarà una moto da fuoristrada estremo, ma ispira la fiducia sufficiente per una sana e curiosa esplorazione. Non è la moto totale, ma la sua versatilità permette di togliersi più di uno sfizio. Però, si sa, gli sfizi costano cari.

In questo servizio abbiamo utilizzato

• Casco Schuberth E1
• Giacca Clover Dakar WP Airbag
• Pantaloni Clover Light-Pro WP
• Guanti Clover Granturismo WP
• Stivali Stylmartin Matrix

BMW R 1250 GS Adventure
Divertimento di guida
9
Feeling
7.5
Versatilità
7.5
Bagaglio
10
Pro
Agilità in relazione al peso
Comfort
Motore elastico e potente
Contro
Dimensioni impegnative
Dotazione di serie ridotta
Prezzo
8.5
Totale