Si è svolta nell’estremo sud della Sardegna la presentazione stampa della nuova BMW F 850 GS Adventure. Tra cespugli di mirto, pietre smosse e un bel po’ di polvere abbiamo provato la versione avventurosa della media cilindrata vista per la prima volta a EICMA 2018.
di Antonio Femia
Svelata all’ultimo salone del motociclo milanese, la BMW F 850 GS Adventure è stata finalmente data in pasto alla stampa e la prova sul campo non poteva svolgersi in una location migliore. La casa tedesca ha infatti scelto le sterrate e i tornanti che segnano il sud dell’isola dei quattro mori, permettendo alla media avventurosa di esprimersi sui tracciati a lei più congeniali.
Come da prassi ormai consolidata in casa BMW, anche la versione Adventure della F 850 GS è progettata per un uso più orientato al fuoristrada e alle lunghe distanze, vantando un serbatoio che ospita otto litri in più (per un totale di ventitré) che, almeno nelle intenzioni, dovrebbe garantire un’autonomia di 550 chilometri. La maggiore capienza è inequivocabilmente dichiarata dalla mole, accentuata dai fianchetti molto pronunciati e riparati dalle barre di protezione in acciaio.
Come nella F 850 GS standard, che abbiamo provato sul settimo numero di RoadBook, il serbatoio non è più sotto la sella ma in posizione anteriore, sopra il motore, sviluppandosi in senso verticale: un accorgimento che, insieme all’albero motore più basso e avanzato rispetto al precedente propulsore da 800 cc, aiuta a tenere il baricentro basso e molto vicino al pilota, così da conferire maggiore intuitività alla guida.
Ne consegue che l’apparente serbatoio, che suggerisce alla vista un peso sconsiderato, sia in realtà occupato prevalentemente dall’airbox, avvolto in una semicarena molto efficiente dal punto di vista aerodinamico che culmina, nella parte anteriore, nel tipico becco maggiorato.
Il serbatoio non è più sotto la sella
Sopra questo, il gruppo ottico è incastonato tra due ali laterali fisse in plexiglas e dal parabrezza, regolabile in due posizioni tramite una semplice e robusta leva. Sebbene di dimensioni ridotte, quest’ultimo svolge egregiamente il suo lavoro insieme alle due ali laterali: completamente abbassato, in fuoristrada, consente piena visuale del sentiero immediatamente di fronte all’anteriore; in posizione alta protegge dalle turbolenze senza inficiare la visuale della strada.
State comodi
L’aspetto muscoloso e il peso in ordine di marcia di 244 chilogrammi faranno subito storcere il naso ai puristi dell’off road ma, anche stavolta, gli ingegneri bavaresi hanno fatto il loro gioco di prestigio. Appena saliti in sella i pregiudizi traballano grazie alla posizione comoda data dal manubrio, più alto di 15 mm rispetto alla standard e leggermente avanzato.
La triangolazione con le pedane maggiorate risulta da subito confortevole: la schiena rimane stesa e scarica, ma non sdraiata sul serbatoio, le gambe in posizione reattiva e pronte ad alzarsi in piedi. Da segnalare positivamente il pedale del freno regolabile in altezza e quello del cambio in lunghezza.
La sella, ben modellata, offre comodo e largo appoggio, stringendosi nella parte anteriore. L’altezza, invece, cambia con gli allestimenti: quella da 875 mm (Base ed Exclusive) si è rivelata più comoda per le lunghe percorrenze, mentre quella più dura e alta (890 mm) dell’allestimento Rallye sposta l’assetto verso un utilizzo ancora più estremo a discapito del comfort.
Nell’ottica di un mezzo progettato per il turismo avventuroso non può mancare il portapacchi in acciaio e le già citate barre di protezione laterali, abbastanza ampie da poterci alloggiare delle borse morbide.
L’altezza cambia con gli allestimenti: da 875 mm (Base ed Exclusive) a 890 mm per la Rallye
Sul fronte dei comandi l’impostazione è quella ormai tipica della serie GS: Il display TFT da 6,5” (opzionale) fa il paio con i controlli al blocchetto comandi sinistro – un po’ affollato di pulsanti specifici – caratterizzato dal selettore multicontroller da cui si gestiscono le funzioni di connettività e il computer di bordo. Sul blocchetto destro, insieme al tasto per impostare i riding mode, è presente quello per le chiamate di emergenza, servizio opzionale fornito da BMW valido in tutta Europa e buona parte del globo.
Bene la forma, ma la sostanza?
I pregiudizi spariscono definitivamente non appena si innesta la prima e si molla la frizione: come per la sorellona da 1250 cc, la confidenza è quasi immediata e, man mano che si va avanti, la moto sorprende per la maneggevolezza, ritrovandosi da subito ad affrontare sterrate dissestate senza dubbi o incertezze.
La corposità del motore da 853 cc ai bassi regimi rende facile la guida “di precisione” – quella che si fa pelando gas e frizione per lo slalom tra canali e buche, o negli stretti tornanti costellati da pietre – per restituire con rapida ed equilibrata progressione i suoi 95 CV non appena si apre la manetta; complice la frizione antisaltellamento che, grazie al ridotto numero di molle, risponde con morbida rapidità.
Il motore corposo rende facile la guida “di precisione”
La stessa godibilità a ben altri regimi: quando la strada è un nastro d’asfalto che avvolge gli aspri rilievi della costa sarda è il momento di sbizzarrirsi con il cambio quickshifter che, anche se a volte un po’ duretto, trasforma in vero divertimento il saliscendi nel misto stretto.
In questi frangenti stupisce come l’ergonomia funzionale alla guida in piedi lo sia altrettanto per quella stradale: il busto non è mai troppo eretto e permette di accompagnare agevolmente col proprio peso la pennellata della curva nonostante l’anteriore da 21”.
L’ergonomia è funzionale anche per la guida stradale
Le mappe motore, in costante aggiornamento, fanno la differenza nel comportamento della moto: dalla Road, equilibrata e corposa, alla opzionale Dynamic Pro, più brusca e muscolare, la differenza è abbondantemente percepibile. Interessante la mappa Enduro Pro – anch’essa opzionale – che lascia attivo l’ABS solo sull’anteriore, con un impostazione del controllo di trazione non troppo invadente.
Se le mappe di serie possono anche bastare, una cosa a cui personalmente non rinuncerei è la sospensione posteriore Dynamic ESA, che “legge” la strada adeguando il funzionamento del mono con tempi di reazione da 8 a 10 millisecondi, con il risultato di ritrovarsi sempre con l’assetto giusto qualunque sia il fondo.
Davvero un peccato che lo stesso sistema non venga applicato anche alla forcella, le cui regolazioni rimangono costanti; ciononostante, i 230 mm di escursione consentono all’anteriore di assorbire qualsiasi cosa incontri sul cammino, dalla sequenza di buche in velocità al pietrone assassino. Non è una forcella da stacca/piega/apri, ma la cosa è del tutto irrilevante: la F 850 GS Adventure è per chi vive la moto non in termini di velocità, ma come strumento di esplorazione; per chi gioisce di una sosta davanti al panorama e si ferma nel villaggio in Turchia per un tè con gli anziani del posto.
Non si tratta certo di una specialistica da enduro, ma è versatile quanto basta per raggiungere carichi di bagagli quel monastero sperduto in Grecia segnalato su RoadBook o quell’agriturismo nel cuore della Sardegna di cui tanto ci hanno parlato.
All’occorrenza può correre allegra ben oltre le facili strade bianche senza paura dei passaggi più tecnici e, quando serve, permette di viaggiare comodi e in sicurezza anche a velocità superiori a quelle da codice. In sostanza: una moto per chi vuole fare tanti chilometri anche dove le strade non ci sono e riportare a casa la pellaccia.
Una moto per chi vuole fare tanti chilometri anche dove le strade non ci sono
Come sempre quando si tratta di moto bavaresi, la qualità è alta e il prezzo non è da meno: per portarsi in garage la F 850 GS Adventure servono 13.900 euro per l’allestimento Base, a cui aggiungere 330 euro per il Rallye o l’Exclusive. A questi bisogna poi aggiungere i vari optional ritenuti indispensabili tra i tanti disponibili, acquistabili singolarmente o a pacchetti. Considerando i 4 anni di garanzia e i 5 di assistenza stradale inclusi nel prezzo, il nostro consiglio è uno solo: sfruttarla il più possibile andandoci ovunque.
In questo servizio abbiamo utilizzato
• Casco Caberg XTrace
• Giacca T.ur J-Two
• Pantaloni T.ur P-One
• Guanti T.ur G-Two
• Stivali Stylmartin Matrix