di Dario Tortora
Il termine kermesse deriva dall’olandese medievale – significa letteralmente “messa della chiesa” – e indicava la festa patronale in alcuni Paesi dell’Europa centrale. Si trattava di un avvenimento solenne, con tanto di processioni, balli, molta cagnara e soprattutto un mercato nel sagrato della chiesa. Un importante momento di ritrovo per la comunità locale che sfociava in una grande manifestazione di allegria collettiva.
Stringete fra le mani questo numero di RoadBook che si è appena conclusa l’ennesima edizione di EICMA, la più importante kermesse al mondo per noi appassionati di motociclette. Nel 2024 l’Esposizione Internazionale delle Due Ruote ha festeggiato i 110 anni con un’edizione da record e vale la pena ricordare qualche dato per inquadrare adeguatamente la portata della manifestazione: 770 espositori, più di 2.100 marchi provenienti da 45 Paesi, oltre 330.000 metri quadrati occupati; non si contano poi le iniziative collaterali, fra gare, spettacoli, presentazioni dentro e fuori il quartiere fieristico.
Ma la notizia più importante è il ritorno ufficiale di tutte le Case costruttrici più importanti, dopo che negli anni scorsi BMW, KTM e Harley-Davidson hanno a turno latitato. Anche Intermot, la fiera concorrente di EICMA che si svolge a Colonia in Germania, alza la cresta: da biennale passa a una cadenza annuale e si sposta a dicembre, con l’idea di poter mostrare delle anteprime non ancora disponibili a Milano.
Due bei segni di vitalità, che si aggiungono in agenda al sempre più ricco Motor Bike Expo di Verona e all’Eternal City Motorcycle Show, il ravvivato appuntamento di Roma che si è svolto nel bel centro congressi La Nuvola progettato dallo stesso Studio Fuksas responsabile delle avveniristiche architetture di Fieramilano.
E pensare che solo l’altro ieri, in tempo di Covid e riunioni Zoom, c’era chi pronosticava la fine delle grandi fiere, soppiantate da configuratori web, realtà aumentate e presentazioni in streaming. Come se dopo aver passato una giornata in ufficio uno avesse seriamente voglia di dare sfogo alla propria passione rimanendo davanti a uno schermo.
Per fortuna la motocicletta è un oggetto fisico, bisogna salirci per provare l’ergonomia, va toccata con mano e provata con il deretano. Quelle che sicuramente sono mutate sono le strategie delle Case. Una volta l’appuntamento fieristico serviva per mostrare le novità togliendo solennemente il velo, mentre oggi i nuovi modelli vengono presentati in Rete nelle settimane precedenti.
La moto va toccata con mano e provata con il deretano
La fiera diventa allora il momento di richiamo per gli appassionati, che a questo punto vanno a colpo sicuro agli stand per vedere da vicino le moto di loro interesse di cui conoscono già la scheda tecnica a memoria.
Questo approccio dà ancora più importanza all’evento perché si torna al significato originale di kermesse: si tratta di un momento di effervescenza collettiva a cui non vogliamo rinunciare, perché è scientificamente dimostrato che le emozioni, soprattutto quelle di benessere, sono contagiose.
Editoriale pubblicato su RoadBook 45