di Dario Tortora
Ci sono cose che si possono comprare con un clic: l’ultima giacca in Gore-Tex, una torretta GPS da rally, le borse morbide che fanno tanto avventuriero. Ci sono invece altre cose che non si trovano in nessun negozio, fisico o virtuale. Tipo un amico vero, uno con cui condividere la strada, le risate e anche le rogne.
In questo mondo si parla sempre troppo poco dell’importanza di chi ci sta accanto. O meglio: dietro, di fianco, poco più avanti nel fango, a un bivio con la cartina in mano o sotto la moto che non vuole saperne di ripartire. Troppo spesso ci concentriamo su quanti cavalli ha il motore, quanto pesano le valigie, se la traccia GPX è caricata correttamente.
Ma la verità, quella che si scopre solo dopo chilometri e chilometri, è che il miglior accessorio non ha un codice prodotto: è il nostro compagno di viaggio. Ho avuto la fortuna di ritrovarmi spesso in sella con persone così. Gente che non si tira indietro quando c’è da smontare una ruota, che condivide l’ultima barretta al cioccolato sotto un temporale, che rallenta per farti riprendere fiato e che non ti lascia mai solo se si spegne la moto all’improvviso.
Non si tratta solo di gentilezza; è fratellanza, nel senso più puro del termine. E sì, è anche una questione di sicurezza.
I pionieri che hanno partecipato alla prima edizione della RoadBook Academy l’hanno capito bene. Mentre arrancavano su una mulattiera con più buche che terra, il manubrio tra le mani e i dubbi in testa, è bastata la voce calma e familiare degli istruttori, sempre presenti: «Peso dietro, gas costante e la moto sale da sola». E, come per magia, le moto sono salite tutte.
Non è solo questione di tecnica: è fiducia e condivisione, è sapere che qualcuno ci guarda le spalle mentre cerchiamo di stare in equilibrio.
Il miglior accessorio non ha un codice prodotto
Ma attenzione all’inghippo: avere un buon compagno di viaggio non basta, perché bisogna anche esserlo, quel compagno. E per esserlo serve prepararsi. Non si può partire verso l’ignoto contando solo sull’improvvisazione e su qualche video visto al volo sul telefonino. È una questione di rispetto per sé, per la moto, per chi viaggia con noi e per chi ci attende al rientro.
Quando si impara a dosare i comandi, a leggere il terreno, a gestire la moto con i bagagli come se fosse un’estensione del proprio corpo, allora si smette di essere solo un passeggero del caso e si diventa parte attiva dell’avventura. È questa la lezione più importante che ci si porta a casa dalla RoadBook Academy, tra birilli, esercizi di frenata e preziose dritte degli istruttori Di Traverso Adventouring.
Alla fine un viaggio è sempre più grande della somma dei suoi chilometri. È fatto di incontri, di sguardi, di mani sporche e cuori ripuliti. Un buon compagno vale più di qualsiasi accessorio tecnico e, quando lo si trova, bisogna ringraziare innanzi tutto sé stessi per aver avuto il buon senso di prepararsi bene e il coraggio di fidarsi. Allora sì che si può davvero andare lontano.
Editoriale pubblicato su RoadBook 48