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1000 Sassi. Anno zero

Un nuovo progetto dedicato all’adventouring, per chi è attratto dalla guida in off, senza essere necessariamente un “dakariano”, e dalle bellezze paesaggistiche e architettoniche della Toscana.

di Donato Nicoletti


Dopo Lombardia, Emilia e Liguria, un membro a caso della redazione viene investito dell’onore, e soprattutto dell’onere, di partecipare al prologo di quello che si annuncia come un appuntamento di grande attrattiva e dalle ottime potenzialità di futura espansione.

Succede grazie alla fervida mente di Daniele Alessandrini, già patròn della 20.000 Pieghe (che vi raccontiamo sul numero 13 di RoadBook) e presidente del motoclub Motolampeggio, il quale ha ben pensato di creare un evento di adventouring sfruttando le invitanti strade e i caratteristici paesaggi della Toscana.

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Grazie al fondamentale supporto di Carlo “Kiddo” Nannini (il quale si è occupato dello scouting e della creazione del percorso) di Luca Viola (istruttore federale) e Rocco Lopardo della FMI, il team ha così concepito la 1000 Sassi, una manifestazione votata al turismo in fuoristrada non specialistico né per enduristi incalliti.

L’intento degli organizzatori, infatti, mira a coinvolgere gli appassionati possessori delle enduro stradali, anche e soprattutto quelli con poca esperienza specifica, dando loro la possibilità di cimentarsi nella guida su un percorso alla portata dei più, a patto di presentarsi alla partenza con pneumatici idonei e abbigliamento adeguato.

Per testare come si deve sia il tracciato sia la macchina organizzativa, e iniziare a divulgare l’evento, lo staff ha radunato una trentina di personaggi legati al mondo della moto e ai relativi media, investendoli del ruolo di protagonisti di questo “anno zero” della 1000 Sassi.

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Così, siamo stati invitati a presentarci in quel di Figline Valdarno per il via di questo tappone di 280 chilometri che riassume, in un’unica soluzione, buona parte di quello che sarà il percorso ufficiale del 2020, il quale si articolerà su tre tappe, sempre con partenza e arrivo sulle sponde dell’Arno.

1000 Sassi, off road con calma

Mi trovo per le mani una BMW F 750 GS tassellata Anlas, pronta per portarmi dove la traccia creata dal “Kiddo” mi indicherà. In questo vagare tra asfalto (30%) e fondi naturali (il resto) mi accompagna Riccardo Ciani, esperto fuoristradista e, per l’occasione, nume tutelare pronto a sacrificare la sua voglia di traversi e di sventagliate di ghiaia per convertire il “pagano” scrivente al credo della guida in piedi.

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Dotato di pazienza monacale e spirito di sacrificio, il Ciani si adopera con buona volontà per erudire l’ottuso alunno, alquanto lento nei movimenti e nella gestione del mezzo quando l’asfalto finisce. Ma non c’è cosa più bella che salire e scendere lungo i crinali in souplesse, affrontare un’erta con sassi smossi o il brecciolino dei tornanti nella macchia, imparare a uscire da una curva in derapata controllata o lanciarsi su lunghi rettilinei pianeggianti, tra la ghiaia spessa o il fango appena accennato.

Non c’è cosa più bella che guidare lungo i crinali

Con questi presupposti, la 1000 Sassi si appresta a diventare una vera e propria palestra a cielo aperto per chi desidera divertirsi e, allo stesso tempo, affinare le doti di guida su fondi naturali.

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Poi c’è il resto. Le bellezze paesaggistiche e architettoniche della Toscana sono note a tutti, per cui, unire queste due “anime” del motociclismo presenta i prodromi di un’idea vincente. Da Greve in Chianti a Panzano, da Volpaia a Radda, da Sovicille – dove pranziamo in compagnia di un temporale – ai Bagni di Petriolo, fino ad arrivare, nel tardo pomeriggio, nella piazza antistante il Duomo di Massa Marittima, appollaiata sulle Colline Metallifere.

Qui, nella Maremma Grossetana, si conclude questa lunga cavalcata, con qualche spot impegnativo in off, capace di entusiasmare e coinvolgere anche chi, come lo scrivente, è abituato a usare i tasselli prevalentemente nei piccoli lavori di bricolage domestico e non sulle ruote di una motocicletta, impegnato nell’anno zero della 1000 Sassi.